
Cinema, sfratto rinviato. Rinnovo di 2 anni in vista. Il Bellinzona può respirare
Il cinema Bellinzona ha davanti a sé due anni sicuri di programmazione e riaprirà a settembre con una nuova stagione. Padre Giacomo, responsabile provinciale della Confraternita dei cappuccini del convento di San Giuseppe Sposo, racconta come i parrocchiani gli abbiano comunicato la volontà di prendersi del tempo. Due anni di riflessione, per capire le proprie necessità rispetto alla sala del cinema, ora che il 70% del complesso è andato all’Unibo che ne ricaverà uno studentato.
Si apre quindi una nuova pagina per la querelle che sembrava aver decretato la chiusura definitiva del cinema a fine agosto, anche a seguito della disdetta fatta arrivare ai gestori. Poi un lungo silenzio, un continuo clima di incertezza e, qualche giorno fa, la newsletter del Bellinzona spedita agli spettatori iscritti, che faceva intravvedere la luce: "Il grosso rischio chiusura – si legge – si è trasformato, grazie al vostro supporto attivo, in un tavolo di contrattazione che ancora non ha dato il suo responso, ma siamo molto fiduciosi, al punto di poter quasi dire: ci rivediamo a settembre!". Dopo le parole di padre Giacomo, anche Mario Papini, uno dei soci della Olmo srl che ha in gestione la sala, annuncia che la prossima settimana ci sarà un incontro per la firma di un nuovo contratto.
Un piccolo dietro front che fino al 2026 allunga la vita del Bellinzona, "e non è detto che non ci sia anche dopo, si vedrà", commenta padre Giacomo che ci tiene a sottolineare come il destino di uno spazio necessiti di tempo e riflessione. "Vorrei ripartire dallo scorso gennaio – precisa padre Giacomo – quando quello che dissi nella famosa riunione coi parrocchiani fu frainteso, perché avevo detto che dal momento che venivano ceduti all’ateneo molti spazi, si trattava di valutare se la parrocchia aveva bisogno di spazi ulteriori". E prosegue: "Ad aprile il consiglio pastorale mi diceva che si prendevano tempo per capire cosa si poteva adattare e se si potesse adattare, secondo le regole della Soprintendenza, e anche quanto si spendesse. Ora vedremo allora se questo spazio interessa alla parrocchia". Intanto la stagione si chiude con Il gusto delle cose, di Tràn Anh Hùng che celebra l’amore per la vita attraverso il cibo, un’intrigante metafora sulla passione per la settima arte di un gruppo di cinefili che, da una petizione su change.org, ha raccolto oltre 7.000 firme.