Comunali modello Bonaccini "Un campo largo e civico"

La ricetta del governatore: "Il Pd vincerà, ma non si dia nulla per scontato" Riparte il toto-nomi e nel centrosinistra c’è chi spinge per le primarie

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Il modello è l’Emilia-Romagna. Non lo dice Nanni Moretti in ’Aprile’, ma il governatore Stefano Bonaccini. In una diretta Facebook sulla pagina ’Cantiere Bologna’, il presidente della Regione, incalzato sulle Comunali del 2021, lancia un messaggio al Pd. Una sorta di strategia per vincere le elezioni perché la "destra si può battere", titolo del suo libro da poco uscito. Lo schema è quello del "campo largo" che l’ha fatto prevalere in Regione, battendo Lucia Borgonzoni (e la Lega di Salvini).

"L’idea di chi vuole governare mettendo al centro il bene comune, e non contro qualcuno, mi ha permesso di fare una coalizione inedita in cui il civismo c’è stato", spiega. In pratica, puntualizza il governatore, il centrosinistra dovrà essere "una chiamata alle migliori competenze del mondo del lavoro, imprese, università, sport e cultura. Una chiamata a mettersi in gioco perché Bologna è centrale". Una città dove, ha ricordato Bonaccini, "i due terzi dei cittadini hanno votato per me".

Parole che inducono a pensare a un profilo di candidato inclusivo, capace di mettere insieme tante anime. Centristi e cattolici compresi. "Sono convinto che qui si vincerà, ma ci vuole umiltà e non dare nulla per scontato", avverte il governatore. Un freno a Matteo Lepore, assessore alla Cultura, che ha già delineato i primi passi verso Palazzo d’Accursio camminando a sinistra? Qualcuno vicino ad ambienti Pd legge le parole di Bonaccini in questo senso, facendo riferimento alla possibilità che altri candidati possano affollare la corsa dem sotto le Due Torri.

Il toto-nomi è già partito nei giorni scorsi e c’è chi delinea candidati alternativi a Lepore. Dagli assessori dem Alberto Aitini e Marco Lombardo, o possibili candidature civiche, come il rettore Francesco Ubertini, o vicine al mondo centrista e cattolico, come l’ex ministro Gian Luca Galletti che da tempo sta lavorando (con le Acli) a una ’bottega delle idee’ per Bologna.

"Chi vuole fare la campagna elettorale tra i propri iscritti, sbaglia. Sono d’accordo con Bonaccini: si deve costruire un progetto ampio, di coalizione, come è stato fatto a livello regionale. È presto per fare nomi, ma non si può costruire un modello del genere il giorno prima, bisogna iniziare subito", dice Galletti.

Come questo si traduca è ancora presto per dirlo. "Ma, senza un candidato condiviso, le primarie saranno inevitabili", si vocifera in ambienti di centrosinistra. Di certo c’è che nei prossimi mesi la discussione verterà anche sul Pd che verrà. Bonaccini non si sbilancia, ma si dice pronto a dare una mano "per costruire un profilo ancora più riformista del partito". Chissà che il modello Emilia-Romagna non sbarchi anche a Roma.

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