ALESSANDRO CAPORALETTI
Editoriale

Marche, il futuro del turismo

Il nuovo concept della campagna turistica delle Marche presentata da Regione e Atim (Agenzia per il turismo e l'internazionalizzazione) è ispirato al tema delle congiunzioni, 'e' anziché 'o' (mare e montagna, borghi e natura, sport e cultura e così via), e rilancia lo slogan della regione al plurale non solo nel nome che può offrire ai turisti opportunità 'infinite' di leopardiana memoria

Il nuovo concept della campagna turistica delle Marche presentata da Regione e Atim (Agenzia per il turismo e l'internazionalizzazione) è ispirato al tema delle congiunzioni, 'e' anziché 'o' (mare e montagna, borghi e natura, sport e cultura e così via), e rilancia lo slogan della regione al plurale non solo nel nome che può offrire ai turisti opportunità 'infinite' di leopardiana memoria. Il claim della regione plurale non è una novità assoluta, lo si è declinato negli anni nei campi più svariati, forse senza crederci troppo né capire che può rappresentare davvero un grande punto di forza, purché inserito in una visione organica nella quale i diversi attori del turismo (Comuni, operatori, associazioni) operino sotto un'unica regia - Regione e Atim - evitando di farsi concorrenza a vicenda, pur attingendo allo stesso serbatoio di potenziali visitatori. In questo senso il tema dei distretti turistici, delle reti di Comuni in grado di confezionare un'offerta 'plurale' diventa strategico ed essenziale per fare il salto di qualità a livello nazionale e internazionale. La Regione ha ricordato di avere posto alcune condizioni di base per lo sviluppo del settore, o perlomeno di essersi impegnata a farlo: la riconoscibilità del brand Marche a livello internazionale, il potenziamento dei voli, 60 milioni di euro nel piano del turismo per bandi volti a migliorare la qualità dell’accoglienza nelle strutture ricettive, del prodotto turistico e degli eventi sui territori. Bene, ora bisogna iniziare a ragionare su scala regionale o comunque sovracomumale in tema di pianificazione, superando frammentazione, campanilismi e impegnandosi a costruire quell'offerta integrata (mare e montagna, borghi e natura, sport e cultura) che può fare la differenza. Non è semplice, ma è la strada giusta.