Frontiere aperte alla creatività, l’elica giusta per volare fino a Paradiso Jazz Festival 2024, sedicesima edizione griffata Marco Coppi nel ricordo di Franco Fanizzi, venuto a mancare l’anno scorso, mentore di una rassegna di charme internazionale ospitata nella sala teatro del Circolo Arci San Lazzaro di cui è stato presidente. Una fanfara postuma sulle ali del jazz che dopo il concerto d’esordio del Bobby Watson Quintet conta su altri quattro appuntamenti spalmati fino al 7 maggio. Sintesi platinata delle attuali correnti dell’afroamericana affidata a una task force di esponenti del gotha jazzistico, con un "coup d’oeil" ai mondi affini. Oggi (21.30) tocca a Kinga Glyk, 24 anni, la più accattivante bassista polacca della nuova generazione, allevata a colpi di groove in una famiglia di musicisti. Band leader abile nel miscelare jazz e blues col funk tra nuance delicate e penetranti che vibrano sul basso con il fascino dei virtuosi dello strumento, nella scia dell’ idolo Jaco Pastorius. L’accompagnano Michal Jakubczak (tromba), Anatole Muster (fisarmonica), Pawel Tomaszcwski (tastiere) e Nicolas Viccaro (batteria).
Il rendez-vous dell’8 aprile celebra il mistero dei suoni acustici, elettrici, jazzistici ed etnici visto da angolazioni diverse per cui sfila sul palco Markus Stockhausen. Improvvisazioni totali, arditezze e commistioni di suoni proiettati su slanci visionari che non ripudiano la forza rituale dell’universo musicale afroamericano, rivisitato con leggerezza: è quanto promette Christian Mc Bride nell’appuntamento del 22 aprile. A far calare il sipario cavalcando l’onda creativa della fusion ci penserà Bill Evans con la sua Vanband All Stars (13 maggio).
Gian Aldo Traversi
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