Bologna, in rivolta i dipendenti delle farmacie Lloyds

I lavoratori minacciano di fare causa all’azienda. Protesta per organici, contratto e sicurezza

La farmacia Lloyds di via Emilia Ponente devastata da una spaccata (FotoSchicchi)

La farmacia Lloyds di via Emilia Ponente devastata da una spaccata (FotoSchicchi)

Bologna, 8 marzo 2018 – Dipendenti sul piede di guerra; una storia come tante altre, ma questi sono 42, e minacciano di intentare causa ad Admenta Italia, colosso della distribuzione farmaceutica proprietario dei marchi Lloyds Farmacia e Farmacia Comunale. Maggiorazione dell’orario di lavoro, straordinari non pagati e problemi di sicurezza sono solo alcuni dei punti nella lettera di diffida presentata all’azienda lo scorso 25 luglio.

Tutto ha inizio nel 2013, quando, dopo la disdetta del contratto nazionale da parte di Assofarm e l’applicazione del regolamento transitorio per i successivi 6 mesi, Lloyds comunica ai dipendenti, è scritto nella lettera, «che sarebbe stato applicato il contratto nazionale Federfarma, un contratto per loro peggiorativo, e specifico delle farmacie private. Dal 2013 il contratto Federfarma, tuttavia, non è stato più rinnovato, e la retribuzione base per i dipendenti è rimasta congelata a quell’epoca».

«Siamo alla canna del gas – lamenta Andrea Zacchiroli, il portavoce dei ‘quarantadue’ – lavoriamo perennemente sotto organico e molti di noi ci stanno rimettendo la salute». Le ripercussioni sono concrete: «A Milano, nelle nostre farmacie, già diversi colleghi si sono licenziati, non riuscendo più a sostenere questi ritmi. Qui a Bologna, solo negli ultimi due mesi, due giovani direttrici hanno deciso di andarsene via, e un’altra ha avuto un esaurimento nervoso – continua – perché sono tanti i farmacisti obbligati a fare ore di straordinario non pagate per riuscire a terminare il loro carico di lavoro, e spesso, per poter servire al banco, siamo costretti a chiudere il Cup, creando così un disservizio; servono più assunzioni. Ci è stato persino proibito di esporre il cartello dello sciopero, che è invece previsto dalla legge almeno 5 giorni prima».

Salute a parte, tema quanto mai d’attualità è quello della sicurezza, in particolare per le aperture notturne delle farmacie di San Donato ed Emilia Ponente. Proprio quest’ultima, si è resa protagonista delle pagine di cronaca con una ‘spaccata’ lo scorso 28 gennaio, in cui dei malviventi sono letteralmente ‘entrati’ nel negozio sfondando la vetrina con una Panda. Lloyds ha provato a metterci una ‘pezza’, con una sbarra metallica per impedire il passaggio di eventuali veicoli, ma il problema rimane: «A livello di immagine ci è proibito installare delle serrande – continua Zacchiroli – chiunque potrebbe prendere un corpo contundente (come già successo in via Azzurra, ndr) e fare irruzione nella farmacia. Possibile che estetica del brand e visibilità vengano prima della sicurezza?».

Condizioni contrattuali ‘congelate’ a diversi anni fa. Una grossa parentesi che abbraccia anche le indennità, come «quella per il lavoro festivo, passata dal 25% al 13% e l’indennità di direzione, diminuita del 40% ed erogata solamente per giornate lavorative pari a otto ore». Altre lamentele arrivano in merito alla cancellazione dei permessi retribuiti, alla non erogazione dei buoni pasto per i nuovi assunti, e alla diminuzione delle ferie per i vecchi assunti.

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