BEPPE BONI
Cronaca

Frutta, la pera esce dal tunnel. Salgono produzione e qualità

La filiera emiliano-romagnola guadagna terreno sui concorrenti. "Ma la politica deve aiutarci"

Lo stand Cso Italy a Madrid. Alla fiera Fruit Action nella capitale spagnola era presente anche Opera La Pera

Lo stand Cso Italy a Madrid. Alla fiera Fruit Action nella capitale spagnola era presente anche Opera La Pera

Dopo anni di trend negativo, dalla produzione massacrata dalle calamità naturali e dal flagello dei parassiti, l’area di produzione della pera, una delle eccellenze dell’Emilia Romagna fiore all’occhiello dell’export, torna a vedere un orizzonte con lampi di luce e di fiducia. La raccolta e il conferimento sono pressoché completati, i frutteti hanno prodotto buone quantità e con il mese di ottobre scocca l’ora della campagna commerciale.

L’avviso ai naviganti-consumatori arriva da Adriano Aldrovandi, presidente di Opera La Pera, organizzazione specializzata di frutticoltori che aggrega mille agricoltori impegnati su 3.500 ettari di pereti in Emilia-Romagna. "La raccolta, pur non essendo stata abbondante, ci consente di tornare ad essere il punto di riferimento dei nostri principali clienti fino al termine della stagione commerciale. I quantitativi sono più che doppi rispetto allo scorso anno, seppur ancora lontani dal potenziale produttivo dei nostri soci. I consumatori possono contare sulla campagna 2024-25 con pere dal calibro ottimale, elevata qualità organolettica e una conservabilità adatta a coprire l’intera stagione commerciale". Il Capo Horn della crisi è quasi doppiato. Il frutto di punta, il bomber della stagione, è l’Abate Fetel, considerato maggiormente distintivo sul mercato. Pur con un conferimento inferiore al previsto consentirà secondo i vertici del consorzio Opera di "sviluppare una programmazione con i nostri partner fino al mese di aprile, cosa impossibile negli ultimi anni". Le stime diffuse durante l’ultima edizione di Prognosfruit segnalano i principali areali produttivi europei in forte diminuzione rispetto al 2023: -26% per il Belgio, -9% per i Paesi Bassi, - 15% per la Spagna, Paesi che sono stati fino ad oggi competitor molto forti. Aldrovandi dixit: "Tutti i primari produttori di pere sono in forte calo produttivo, a differenza dell’Italia (+120%). Ciò lascia presagire una seconda parte di stagione per noi più favorevole in termini di mercato. Quello italiano rappresenta il principale riferimento, ma l’export resta fondamentale. Il principale polo di destinazione è la Germania, seguito a ruota dalla Francia".

Aldrovandi rivolge un appello alla politica. "La pericoltura negli ultimi anni ha subito le aggressioni di cimice asiatica, maculatura bruna, gelate, siccità e alluvioni. Un disastro. Alle istituzioni chiediamo di sostenere un settore che da anni affronta una crisi epocale, ma che allo stesso tempo rappresenta una filiera essenziale per l’agricoltura dell’Emilia-Romagna con riconoscimento Igp. La filiera vuole il rilancio, ma servono risorse per alleviare i danni economici subiti".

La settimana scorsa la pera Made in Italy ha sfilato sul red carpet in Spagna. Opera si è presentata con buone prospettive a Fruit Attraction, la grande Fiera di Madrid, con un proprio stand. Anche Cso Italy, maxi consorzio con sede a Ferrara, è stato presente in forze a Madrid con uno stand di 383 metri quadrati, il più grande di sempre. Cso raggruppa sotto il cappello della collettiva Italy le aziende e i gruppi leader del settore ortofrutticolo fresco e della filiera. "Fruit Attraction ha confermato il trend di crescita", dice Paolo Bruni, presidente di Cso Italy.