Anche i Cau (Centri di assistenza urgenza) di Casalecchio di Reno e Navile, entrambi all’interno delle Case della Comunità, come tutti quelli del territorio bolgonese, ma anche emiliano-romagnolo, sono sotto esame. Introdotti appena un anno fa per alleggerire la pressione sui Pronto soccorso generali collocati all’interno dei grandi ospedali cittadini, questi centri, sono dedicati ai pazienti con patologie meno gravi, ossia codici bianchi e verdi.
Il monitoraggio è stato annunciato da parte della Regione per voce dal neo-assessore alle Politiche per la salute Massimo Fabi, come da mandato programmatico del presidente Michele de Pascale. Tale monitoraggio andrà avanti per tre mesi, duratne il quale sarà valutata l’efficacia di ogni Cau.
Intanto, però, le testimonianze raccolte tra gli utenti che si recano nelle due strutture del quartire Navile e di Casalecchio di Reno, che sono attive 7 giorni su 7 h24, in accesso diretto, in cui lavorano medici della continuità assistenziale e infermieri, mostrano un bilancio prevalentemente positivo. Nella struttura del Navile nella serata di venerdì scorso, nella d’attesa c’erano circa dieci persone.
Glenda Gnudi, operatrice sanitaria, è favorevole ai Centri di assistenza urgenza e spiega: "Credo che i Cau siano un’ottima soluzione per smaltire i casi meno gravi. Siamo qui per mia figlia che ha un problema lieve all’orecchio. L’attesa è lunga, di circa un’ora e un quarto, ma nulla rispetto al Pronto soccorso, dove saremmo state un codice bianco". Anche Giampaolo Bernardi, disegnatore progettista ora in pensione, li promuove: "Non è la prima volta che vengo qui. Sono venuto per un’unghia incarnita e nella mia esperienza è un servizio molto valido. I medici con cui ho avuto a che fare hanno fatto un lavoro eccezionale mi hanno saputo dare molte informazioni".
Un altro paziente aggiunge: "Dopo tre quarti d’ora al Pronto soccorso di Bentivoglio, mi hanno consigliato di venire qui e, dopo circa un’ora e mezza, sono stato visitato. Al Pronto soccorso avrei fatto la nottata".
Al Cau di Casalecchio di Reno sabato mattina erano in attesa circa 15 persone. Gianni, un cittadino venuto per un’influenza persistente, racconta: "Alle volte ho trovato troppe persone e un servizio approssimativo. Stamattina, invece, sono rimasto colpito dalla professionalità dello staff e del medico, molto giovane ma già promettente. Oltre ad ascoltarmi, mi ha dato consigli in più rispetto al mio medico di base, che ultimamente è molto assente".
Anche Fabio, che si è recato nella struttura dopo una caduta in moto, aggiunge: "Mi sono strappato il ginocchio cadendo in moto. Mi hanno visitato e dato una terapia. Sono sempre stati gentili e disponibili. Oggi ho aspettato un po’ di più, ma di solito in venti minuti risolvono".
Tirando le somme, questi due Centri, che rientrano nel terzo tipo di centri, cioè quelli aperti in luoghi in cui prima non c’erano né punti di primo intervento e né Pronto soccorso e che la Regione vorrebbe ricondurre alle Case di comunità e alle Aft (Aggregazioni funzionali territoriali) dei medici di base, secondo le testimonianze raccolte dai pazienti presenti, sembrano rispondere a un’esigenza del territorio e dei cittadini, anche e soprattutto nei periodi di picco influenzale come questo, quando i medici di famiglia sono pienissimi di pazienti che hanno necessità di cure.