La base Pd è in fibrillazione. E coloro che tengono in vita i circoli dem al centro di un piano di riorganizzazione lacrime e sangue, chiedono di essere coinvolti. E di avere le informazioni del caso, con trasparenza. Non a caso la Federazione Pd ha già fatto sapere che dopo la Direzione dem del 20 gennaio, verrà fissata un’assemblea coi segretari e le segreterie di zona, quartiere e circoli, per discuterne.
Il piano di rientro dal debito di 4 milioni di euro con la Fondazione Duemila, lievitato negli ultimi due anni in seguito ad affitti mai versati, prevede per la Federazione dem un pagamento di circa 300mila euro subito, più il resto rateizzato in 20 anni, con tranche di oltre 100mila euro l’anno. C’è la disponibilità del Nazareno a usare i fondi del 2 per mille per coprire alcune criticità in tutta Italia, ma resta sul tavolo il taglio del 40% dei circoli dem che passerebbero da 87 a 45, una quindicina in città e una trentina in provincia. Da qui, crescono i malumori nelle sedi Pd, alcune finite nella lista delle dismissioni. Come il circolo Passepartout di via Galliera, ma anche la storica casa del popolo Casetta Rossa che ingloba il circolo Andrea Costa.
Federico Diamanti, segretario dell’Andrea Costa, è incredulo: "Rappresento più di un centinaio di iscritti, il nostro circolo è tra i più grandi in città. Siamo un punto di riferimento, lo si è visto quando c’è stata l’alluvione. C’è amarezza per il silenzio della Federazione: ho mandato una mail alla segretaria Federica Mazzoni a metà dicembre, ma non ho avuto risposta". Diamanti attende con ansia la Direzione del 20 gennaio: "Vorrei capire qual è il destino di una sede storica come la nostra. Se vorranno chiuderla, sarò in prima linea per difenderla". Giulia Bernagozzi, consigliera Pd e segretaria del circolo ’I Cento Passi’ in via del Battiferro, che ospita anche le Cucine popolari, ha una posizione attendista: "Aspetto la direzione del 20 gennaio. C’è molta preoccupazione tra gli iscritti, per questo non vorremmo solo essere resi partecipi di qualcosa che è già stato deciso. La nostra base è ciò che tiene in vita le sedi. Ci siamo sempre dati da fare e continueremo anche se gli affitti aumenteranno". Bernagozzi, quindi, preferisce non parlare di resa dei conti interna: "Il Pd è la casa di tutti, se viene giù un pezzo nessuno è contento. Ora risolviamo i problemi, poi al congresso ci sarà tempo per rivendicare le proprie idee". Mario Oliva, segretario dello storico circolo Bolognina (dove è iscritta anche la segretaria Elly Schlein) non teme che la ’sua’ sezione chiuda ed è ottimista: "Si sta dialogando con la Fondazione Duemila, una quadra si troverà. Capisco i malumori, perché quando si chiude un circolo è come se chiudesse una parte di casa tua. Ciò che conta è che questa situazione non diventi un pretesto per una resa dei conti tra correnti, alla ricerca di un capro espiatorio. Chi fa questa operazione non vuole bene al partito".