
Il grande disegnatore torna alla fiction e oggi in Salaborsa presenta ’Numbers. La vipera di Hong Kong’: "Un omaggio a Hugo Pratt"
Dai reportage in presa diretta dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, raccontati nei ‘Quaderni Ucraini’ alla gestione di un nuovo spazio a Bologna, dove è tornato a vivere, dopo molti anni passati tra Parigi e la sua Sardegna, Igort, nome d’arte di Igor Tuveri, protagonista assoluto di quella generazione di disegnatori emersi in città all’inizio degli Anni ’80, riscopre la passione per l’avventura. ’Numbers’ si chiama il suo nuovo lavoro, una trilogia che inizia con il volume appena uscito, ‘La vipera di Hong Kong’ (Oblomov), che l’artista presenta oggi in SalaBorsa (ore 18) insieme a Enrico Fornaroli, direttore dell’Accademia delle Belle Arti e al fumettista Vittorio Giardino.
Igort, sono passati quindici anni dalla sua ultima opera di fiction.
"Questa trilogia ha radici profonde, in realtà sono molti anni che ne definisco l’identità, ma episodi come la guerra in Ucraina hanno prevalso e stravolto le mie intenzioni. Ho finalmente ripreso le trame di una storia che ci porta indietro nel tempo, nel 1939. Lo scenario è quello dell’invasione della Cina da parte dei giapponesi. La protagonista è Lyn Lyn, figlia del terribile capo della Triade, la mafia cinese, la cui ambizione e crudeltà si intreccia con le vicende di Greg Pholon, poco più che un ragazzo, impiegato della Compagnia di navigazione britannica".
La storia è disegnata con forte tocco ‘retrò’.
"Ho voluto sperimentare una tecnica di disegno che fosse il più possibile un riflesso dell’epoca della storia che racconto. È una lavorazione che risale agli Anni ’40, che utilizza tavole giganti sulle quali dipingere a pennello in maniera antica, come fossero grandi quadri. I fondi ad acquerello danno ai disegni l’apparenza di essere dei cartoni animati. E questo fa immergere il lettore nella narrazione in maniera profonda, come se fosse al fianco dei protagonisti".
Il libro è dedicato a Hugo Pratt.
"La sua scrittura per immagini, così avventurosa, è stata parte centrale della mia formazione. C’è molto Pratt in questo libro, non solo da un punto di vista artistico. C’è anche l’immensa gratitudine per la persona che io giovanissimo, aspirante disegnatore, nel 1977 incontrai nella libreria ’Le nuvole parlanti’ di Milano, la prima in Italia dedicata al fumetto. Io ero in attesa di essere ricevuto dalla redazione di Alterlinus, ero vestito nella maniera più colorata e fuori dai canoni possibile, e Pratt era lì. Mi feci coraggio, mi avvicinai e gli feci vedere le mie tavole, sicuro di un suo poco interesse. Invece fu gentilissimo, guardò i disegni con attenzione e mi incoraggiò. Con questa dedica voglio ringraziarlo. Mi diede coraggio, fu un incontro che non dimenticherò mai".
La figura di Greg Pholon, il co protagonista di ’La vipera di Hong Kong’ non è però un personaggio inedito.
"È un ritorno, il suo, dopo decenni. Mi piace ritrovare, riscoprire personaggi che vengono dal mio passato di disegnatore, anche quello ormai remoto. Greg Pholon è un mio eroe che ha esordito nel 1978 su una rivista autoprodotta del movimento studentesco di allora, L’Oreste. Gli sono debitore, perché, proprio dopo averlo scoperto su quelle pagine, Oreste Del Buono mi chiamò per collaborare con Linus".