REDAZIONE BOLOGNA

Iia riparte dal vecchio nome. L’ipotesi di ’Menarini bus’

Indiscrezioni dei sindacati dopo l’incontro nella sede campana dell’azienda. Si attende ancora di scoprire l’identità del socio cinese per la partnership.

Manifestazione davanti ai cancelli della sede di via San Donato

Manifestazione davanti ai cancelli della sede di via San Donato

Industria Italiana Autobus torna al vecchio nome: Menarini bus. Qusto almeno secondo alcune indiscrezioni sindacali che rimbalzano da Flumeri, sede dello stabilimento campano di Iia, a fianco di quello storico di Bologna, dopo un incontro avvenuto venerdì scorso tra le organizzazioni dei lavoratori e l’amministratore delegato di Seri Industrial, Vittorio Civitillo, proprietario dell’azienda.

A quanto emerge, il piano industriale illustrato da Civitillo avrebbe messo d’accordo tutti sulla base di un nuovo rilancio, per tagliare i ponti con il recente passato e tornare in un qualche modo all’antico (appunto rispolverando anche la vecchia insegna bolognese dell’ex Bredamenarinibus). La produzione verrebbe ampliata ad almeno 1.000 bus all’anno, ci sarebbero ottanta nuove assunzioni entro il 2024, e nel 2025, oltre a un nuovo polo specializzato in mobilità a Flumeri. Tutti aspetti destinati ad essere al centro anche l’incontro atteso in Regione Emilia-Romagna, nella seconda metà della prossima settimana (il 12 o il 13 settembre), con lo stesso Civitillo.

È di mercoledì scorso la notizia che a dare maggiore forza all’investimento della famiglia Civitillo, arriverà la partnership con un gruppo cinese, si parla del colosso Ccig, che già nei mesi scorsi aveva visitato gli stabilimenti di Bologna e Flumeri. Si tratterebbe di una partecipazione in Industria Italiana Autobus con una quota del 25 per cento nel capitale sociale. L’operazione prevede un investimento finalizzato alla produzione di veicoli commerciali e l’intesa potrebbe già chiudersi a fine mese.

Aveva confermato la trattativa anche il ministro Adolfo Urso: "Siamo finalmente sulla strada giusta, dopo anni di disastro industriale, in cui sono stati bruciati oltre trecento milioni di risorse pubbliche. Il nuovo piano industriale può segnare la rinascita del bus italiano anche con il supporto tecnologico di un grande player internazionale. Mi auguro che ciascuno faccia la sua parte".

I sindacati (Fim-Cisl, Fiom-Cgil, Uilm, Fismic, UglM nazionali) sottolineano gli aspetti positivi del summit: in primis lo stop della procedura di trasferimento della produzione da Bologna a Flumeri. Da qui, annunciano le sigle dei metalmeccanici, "partirà un confronto con la nuova proprietà di Iia, prima in sede locale, poi a livello nazionale il 16 settembre".