Dal dolore per l’uccisione di un compagno, alla voglia di costruirsi un futuro portandoselo sempre nel cuore. L’omicidio dell’adolescente Fallou Sall, accoltellato al cuore da un coetaneo lo scorso settembre, ha segnato in maniera indelebile gli studenti dell’istituto superiore Belluzzi-Fioranvanti, e ora a cinque mesi di distanza i ragazzi di quella scuola hanno raccontato le loro emozioni e le loro speranze.
Una narrazione che è la tappa finale di un percorso che si è svolto seguendo il progetto ’Gp – Giovani Protagonisti’, proposto dal tavolo delle dipendenze e dall’ufficio diocesano per la pastorale scolastica, dove sono state affrontate questioni complicate come la trasformazione delle emozioni negative, o il dialogo tra adulti e giovani che presuppone un ascolto serio e approfondito e non solo di facciata. La giornata conclusiva di questo cammino si è tenuta ieri ed erano presenti sia il cardinale Matteo Zuppi che i genitori di Fallou.
"Credo che ci stiano dando un grande insegnamento, che dobbiamo seguire – a parlare è l’arcivescovo –, perché ci chiedono di trovare la forza per trasformare il negativo in positivo. Questo è l’unico modo per sconfiggere il male: se pensiamo di contrastarlo con un male più grande, allora, in realtà, non faremo altro che rafforzarlo. Dobbiamo essere capaci di cambiarlo in bene, solo così lo sconfiggeremo".
Mou e Daniela, il padre e la madre di Fallou, non hanno mai chiesto vendetta, ma hanno sempre sostenuto che servono pace e una convivenza vera per evitare che si ripetano altre tragedie simili a quella che ha tolto loro un figlio.
"Questo mondo va cambiato – conclude Zuppi – ed è bello che i ragazzi lo abbiano capito. Nel vivere insieme sono più bravi di noi e per questo chiedono un futuro migliore, senza guerra e dove il colore della pelle non sia un problema, ma una ricchezza".
Al progetto hanno partecipato le classi terze dell’istituto Belluzzi-Fioravanti e in questo percorso sono stati accompagnati dagli educatori di Open Group, del Ceis e dell’associazione Papa Giovanni XXIII, tre realtà impegnate nella dimensione educativa e che partecipano attivamente al tavolo delle dipendenze. All’incontro di ieri era presente anche il dirigente territoriale, che un tempo sarebbe stato definito come provveditore agli studi di Bologna, il dottor Giuseppe Antonio Panzardi.
Massimo Selleri