REDAZIONE BOLOGNA

Il demografo: "Servizi e opportunità. E la Dotta piace anche per le scuole"

L’esperto Bovini: "Natalità in ripresa: molti si trasferiscono da fuori regione"

L’esperto Bovini: "Natalità in ripresa: molti si trasferiscono da fuori regione"

L’esperto Bovini: "Natalità in ripresa: molti si trasferiscono da fuori regione"

Buon tessuto economico, eccellente dotazione di servizi sociali e centralità geografica. Sono questi i fattori che, secondo il demografo Gianluigi Bovini (foto), rendono Bologna una città attrattiva per giovani e famiglie con figli piccoli. "Rispetto ad altre città italiane, Bologna ha vissuto una ripresa della natalità nei primi anni di questo secolo più marcata, elemento che ha influito sull’attuale consistenza della fascia di popolazione 0-24 anni – spiega il demografo –. Questo perché la città attrae movimenti migratori sia da altre regioni italiane che dall’estero".

Non solo studenti, Bologna conquista anche le famiglie. Bovini, a cosa si deve l’aumento dei bambini e ragazzi fino ai 14 anni?

"Arrivano molte famiglie con bambini piccoli, sia italiane che straniere. Il motivo principale è la presenza di un mercato del lavoro di qualità. A questo si aggiunge una rete di servizi che facilita la vita di chi ha figli piccoli. Bologna è la città metropolitana con la copertura più alta di nidi d’infanzia e l’unica, seguita da Firenze (45,8%), a superare l’obiettivo europeo del 45% di bambini tra 0 e 2 anni inseriti nei servizi educativi. Qui siamo al 49,4%. Inoltre, un altro dato interessante è quanto i comuni spendono per i bambini: Bologna è al primo posto tra le città metropolitane, con oltre 3.000 euro annui per bambino, mentre spicca anche tra i capoluoghi, con una spesa media di circa 4.600 euro".

Nel rapporto si dedica molto spazio all’educazione scolastica. Cosa emerge su Bologna?

"Un dato interessante riguarda i risultati delle prove Invalsi. Gli studenti delle scuole superiori della città ottengono alcune delle migliori performance numeriche. Nonostante la pandemia abbia aumentato a livello nazionale la quota di studenti con competenze inadeguate, le città metropolitane di Bologna e Milano emergono per i migliori risultati. Qui la quota di ’low performer’ in matematica e italiano non supera il 36% degli studenti".

E rispetto ai giovani che né studiano né lavorano, i cosiddetti ’Neet’, Bologna come si posiziona?

"Anche su questo fronte si distingue. Insieme con Firenze (5,5%), è tra le città metropolitane con il tasso di ’Neet’ più basso".

Sara Ausilio