FRANCESCO MORONI
Cronaca

Il dossier del centrodestra: "Investimenti, ultimi in Italia"

"Il pericolo idrogeologico è stato ignorato, le infrastrutture non sono state realizzate". I dati: fino al 2021, meno di 100 euro stanziati per ogni abitante esposto a frane ed esondazioni.

"Il pericolo idrogeologico è stato ignorato, le infrastrutture non sono state realizzate". I dati: fino al 2021, meno di 100 euro stanziati per ogni abitante esposto a frane ed esondazioni.

"Il pericolo idrogeologico è stato ignorato, le infrastrutture non sono state realizzate". I dati: fino al 2021, meno di 100 euro stanziati per ogni abitante esposto a frane ed esondazioni.

BOLOGNALe opposizioni non ci stanno. Per dire la propria sulla gestione del dissesto idrogeologico, ecco allora un documento unico tra Rete Civica, FdI, Forza Italia e Lega con una serie di proposte, "semplici e fondamentali", per la ricostruzione post alluvione. "Il punto di partenza è l’impreparazione della Regione" sui disastri climatici: il centrodestra e i civici puntano il dito contro "politiche gravemente deficitarie, che hanno sottovalutato la fragilità del territorio, con una manutenzione non adeguata su fiumi, rii e torrenti e la mancanza di opere di prevenzione" come le casse di espansione.

Le opposizioni puntano il dito soprattutto sul tema dei finanziamenti agli interventi sul dissesto idrogeologico a partire dal 1999: quelli della Regione sarebbero inferiori alle risorse stanziate dal ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, circa 400 milioni contro i 500 stanziati dal Mase (fonte Studio Cresme elaborato su dati Rendis, agosto 2023). Non solo, perché anche la media di finanziamenti annui in interventi di prevenzioni suddivisi per il numero di persone esposte ai rischi, dal ‘99 al 2021, sarebbe insufficiente: l’Emilia-Romagna risulta così ultima in classifica tra le regioni al pari del Molise, con un dato molto inferiore a 100 euro per residente a fronte del più alto numero di cittadini esposti ad alluvioni e frane (il 62,5% della popolazione, dati Ispra).

"I soldi ci sono, ora vanno fatte le opere – puntualizza Elena Ugolini, capogruppo di Rete Civica –. Se i progetti non sono cantierabili, le risorse non possono essere spese. È essenziale imparare dagli errori: dobbiamo capire cosa non è andato nella gestione ordinaria del territorio. Ci sono documenti della Regione del 2019 e del 2020 in cui si dice in maniera chiara che cosa si doveva fare, che sono stati disattesi". Un altro tema è quello della pianificazione urbanistica, che per le opposizioni "non ha evitato un’elevata urbanizzazione e un consumo di suolo anche in aree a rischio".

E ancora: un’altra priorità è quella di "un referente per ogni bacino idrografico principale", perché "la frammentazione delle competenza porta all’immobilismo". Per Ugolini e gli altri leader, insomma, "bisogna avere un responsabile per ogni bacino, che tenga insieme tutte le azioni, dalla montagna alla pianura". Poi: "Manutenzione della vegetazione, intensa attività di verifica sulle opere idrauliche, competenze tecniche specifiche per ogni territorio per un presidio autonomo, piani di Protezione civile da ripensare, gestione pianificata delle emergenze, no alla delocalizzazione indiscriminata e all’abbandono della montagna".

La numero uno di Fdi, Marta Evangelisti, incalza: "Il presidente non ci ha convinto con i suoi toni dolci, ci convinca con i fatti. Vanno fatte le opere, i soldi ci sono". Sulla stessa lunghezza d’onda anche Pietro Vignali, leader di Forza Italia: "Il cambio di passo deve partire da un’analisi di ciò che non è stato fatto in passato rispetto alle opere di manutenzione e prevenzione". Per il leghista Tommaso Fiazza, infine, "basta con l’ambientalismo da salotto troppo ideologico: se ci sono i freni degli ambientalisti, non daremo mai risposte ai cittadini".