BENEDETTA CUCCI
Cronaca

Il femminile ’Morbid’ di Valeria Magli

Nella Project Room del MAMbo la personale della performer e ballerina bolognese in un percorso dagli anni Settanta ai Duemila

Nella Project Room del MAMbo la personale della performer e ballerina bolognese in un percorso dagli anni Settanta ai Duemila

Nella Project Room del MAMbo la personale della performer e ballerina bolognese in un percorso dagli anni Settanta ai Duemila

Appare come una visione sognante in cui ci si sente immediatamente intrisi di arte e desiderosi di immergersi in tutte le storie raccontate, la nuova mostra della Project Room del MAMbo, al via domani dal titolo Morbid. In verità la storia è solo una, anche se ingloba tanti personaggi e visioni. Riguarda Valeria Magli, performer bolognese classe 1952, ballerina, pensatrice funambolica dalle molteplici identità, come è stata definita, che ha più volte usato il linguaggio dello spettacolo per "salvare una parte di femminilità che solitamente nella storia del femminismo è perduta". Proprio lei che ha vissuto gli anni d’oro del femminismo sotto le Due Torri. Magli ora vive e lavora a Milano e per questo invito nella sua città ha desiderato che la Project Room venisse completamente trasformata, con quel piglio giocoso e poetico che le è caro, "anche perché altrimenti non avrebbe fatto la mostra", afferma il direttore Lorenzo Balbi. La curatrice Caterina Molteni racconta di aver trovato un grande interesse nella sua figura per via della sua estetica così in contrapposizione a personalità più minimaliste. Il lavoro dell’artista bolognese è tutto di ridefinizione della donna e del femminile ed è restituito in mostra in un percorso cronologico e tematico dagli anni Settanta ai primi Duemila. Morbid è aggettivo scelto come titolo di un suo lavoro per descrivere la figura femminile: "Morbido" per assonanza in italiano, "morboso" per significato in traduzione dal tedesco, il termine cattura le caratteristiche contraddittorie attribuite alla donna nel corso dei secoli, in contrapposizione alla figura integra e "rigida" dell’uomo (associato, con ironia, dall’autrice a una banana). Banana Morbid, testimoniato in mostra da tanto materiale, debuttò nel 1980 con testi di Nanni Balestrini e musiche di John Cage, proponendo uno strip tease alla rovescia dove Magli indossa una serie di tuniche velate disegnate da Cinzia Ruggeri, dal rosa al nero, testimoniando il passare della vita e le esperienze anche sofferenti.

In mostra anche Milleluna, 1979 che vede la collaborazione anche con Demetrio Stratos, andata in scena alla Gam di Bologna in occasione della Terza Settimana Internazionale della Performance e poi Tenez Tennis, opera mostrata nel 1990 all’ex Chiesa di Santa Lucia, che si ispirava alla figura della tennista anni Venti Suzanne Lenglen, ed era parte di un progetto dedicato alla rilettura di figure femminili del passato con testo di Gianni Clerici, video di Gianni Toti e sonoro di Cage con la traccia "musiche per palle da tennis" per rievocare l’"incubo della velocità". Magli appare vestita da tennista con incantevoli divise disegnate da Romeo Gigli. Qui, ancora una volta, tutta la stima tra donne, "un morbido passaggio generazionale" che diventa strumento di resistenza contro l’oblio".