Il turno del pomeriggio iniziava alle 13 e finiva alle 20. Da un anno circa, alla Toyota Handling di Bargellino erano stati introdotti due turni in più rispetto a quello centrale. "E proprio in quello pomeridiano è avvenuta la tragedia". Che anche gli operai, che piangono due giovani colleghi, stanno cercando di ricostruire, anche se, stando a quanto raccontano "incidenti, più o meno gravi, si verificavano molto spesso in reparto". Vicino alla linea 1, non lontano dal punto centrato dall’esplosione, c’era anche la zona degli spogliatoi: "Se lo scoppio fosse avvenuto al cambio turno, con il via vai dei colleghi verso l’uscita, sarebbe stata una strage di dimensioni ancora peggiori".
Mentre tocca agli inquirenti ricostruire l’esatta dinamica dell’ennesima tragedia sul lavoro che sconvolge Bologna, i dipendenti della Toyota ripercorrono problemi piccoli e grandi più volte segnalati, come le bottiglie d’acqua lasciate vicino ai macchinari in barba alle regole o "le cicche di sigaretta buttate a terra", vicino alla catena di montaggio.
Piccoli segnali di una carenza di sicurezza avvertita da molti, uno dei motivi per cui proprio per ieri erano state proclamate due ore di sciopero. E "il clima era teso, anche tra dipendenti e sindacati proprio per queste situazioni", aggiunge un lavoratore, a cui i colleghi, subito dopo la tragedia, hanno inviato decine di messaggi. "L’impressione che alcuni hanno avuto era di un aereo precipitato sullo stabilimento", dice.
Altri operai, sentito il boato, hanno pensato a una fuga di gas: "La voce che girava in un primo momento era quella – spiegano –. E ci sono stati attimi di panico, perché tutti sono corsi verso le uscite. Ma per uscire c’è bisogno del badge: nella paura nessuno ha pensato a prenderlo e si è sommata confusione al caos generale".
Molti lavoratori, scappando, sono rimasti feriti dai vetri delle finestre esplose.
E adesso tutti sono a casa. La Toyota ha infatti sospeso, fino a data da destinarsi, le attività nel sito di Bargellino e tutti i dipendenti sono in cassa integrazione, con i contratti a termine interrotti. "Non sarà per poco tempo – dicono –. Prima per le indagini, poi per la ricostruzione del sito che, comunque, è degli anni ’70. Chissà quando e se riaprirà".