Indagini sui lavori al climatizzatore

I dipendenti Toyota hanno raccontato che la manutenzione sarebbe avvenuta due giorni prima dello scoppio

Indagini sui lavori al climatizzatore

I carabinieri nello stabilimento di Toyota Material Handling in via Persicetana Vecchia, a Borgo Panigale

Nei giorni immediatamente precedenti la tragedia, l’impianto di climatizzazione che avrebbe generato, secondo le prime risultanze, lo scoppio devastante, sarebbe stato soggetto a un intervento di manutenzione. Lo hanno raccontato alcuni dei lavoratori che, in questi giorni, sono comparsi davanti ai carabinieri, chiamati a testimoniare quanto vissuto mercoledì, mentre erano al lavoro alla Toyota Handling. Per questo, militari dell’Arma del Nucleo investigativo, del Nil e di Borgo Panigale, assieme ai vigili del fuoco, sono adesso al lavoro per ricostruire se, effettivamente, questo tipo di lavori sia stato effettuato e se, in qualche modo, l’intervento avrebbe contribuito a innescare il malfunzionamento alla base dell’esplosione, che ha causato la morte di due dipendenti, il trentaquattrenne Fabio Tosi e il trentasettenne Lorenzo Cubelli, e il ferimento di altri 11 lavoratori.

L’impianto di climatizzazione, gestito da una ditta esterna, è rimasto completamente distrutto nell’incidente e si trova al centro dell’onda d’urto: da qui l’ipotesi che possa essere stato un problema all’impianto, che si trova all’esterno dei capannoni nella sezione logistica, a causare la tragedia.

La Procura – con la pm Francesca Rago che sta indagando per i reati di omicidio colposo e di lesioni colpose gravissime, fascicolo aperto per il momento contro ignoti – ieri ha nel frattempo conferito l’incarico a svolgere accertamenti sui server e gli apparecchi informatici sequestrati alla Toyota Material Handling al consulente informatico dottor Michele Sacchetti. Il tecnico avrà 60 giorni di tempo per portare a termine la consulenza e depositare agli inquirenti le proprie conclusioni, analizzando, oltre appunto ai server dello stabilimento, pure gli impianti di videosorveglianza.

L’obiettivo è provare a capire cosa abbia provocato lo scoppio, dato che per ora non si è giunti a certezze e nonostante le ipotesi preponderanti nessuna pista può essere ancora esclusa con certezza, e anche rilevare se nei dispositivi risultino eventuali anomalie o allarmi relativi ai giorni o alle ore precedenti rispetto al drammatico accaduto che possano essere stati in qualche modo prodromici di quanto sarebbe successo. Nei server sono inoltre conservati i documenti, gli eventuali scambi via mail con la ditta esterna fornitrice e tutto il materiale relativo al funzionamento dell’impianto di condizionamento da cui si suppone sia scaturito l’incidente, la cui analisi può aiutare gli inquirenti a capirne di più sul macchinario.

Nicoletta Tempera