PIERFRANCESCO PACODA
Cronaca

"La musica dei Genesis vivrà dopo di noi"

Steve Hackett all’EuropAuditorium a cinquant’anni da ’The Lamb Lies Down On Broadway’: "Fu un periodo pieno di ispirazione"

Steve Hackett, mitico chitarrista dei Genesis di Peter Gabriel

Steve Hackett, mitico chitarrista dei Genesis di Peter Gabriel

Nei primi anni ’70 inglesi, dopo l’ondata creativa e visionaria della psichedelia, emerse una nuova generazione di musicisti che subivano il fascino del virtuosismo strumentale e dei panorami fiabeschi, onirici, del versante più oscuro delle favole. I Genesis sono stati trai i più originali protagonisti di questa ondata, che venne definita ‘progressive pop’, grazie alla voce arcaica di Peter Gabriel e alle partiture seducenti del chitarrista Steve Hackett. A distanza di 50 anni dall’uscita del loro album capolavoro, ’The Lamb Lies Down On Broadway’, Hackett lo ripropone in un tour europeo che arriva questa sera alle 21 al teatro Europauditorium di piazza Costituzione.

Mr Hackett , ricorda che atmosfera c’era nello studio nei giorni della registrazione di ’The Lamb Lies Down On Broadway’?

"L’eccitazione si percepiva, era un periodo nel quale eravamo pervasi da incredibili fonti di ispirazione, ogni giorno ci affacciavamo su scenari diversi, fantastici, e ognuno del gruppo arrivava in studio sempre con nuove idee da far confluire nella scrittura e nella registrazione". Che relazione si era instaurata tra lei, Peter Gabriel e gli altri componenti del gruppo?

"Eravamo riusciti finalmente a pensare come se fossimo un corpo unico, le differenze si fondevano in un unico flusso creatico. Per questo album, in particolare, la coesione tra Peter e il resto della band era assoluta. Peter aveva scritto tutti i testi: quella che abbiamo narrato nel disco è una sua storia che noi abbiamo messo in musica, quasi fosse la colonna sonora di un suo racconto".

Arrivavate in studio con le composizioni già pronte?

"Non tutto quello che compare nel disco era stato composto in precedenza. Per questo lavoro abbiamo lasciato tantissimo spazio all’improvvisazione, e molti brani sono proprio frutto di quello che avveniva in studio prima di iniziare a registrare".

Per lei come chitarrista cosa ha significato l’esperienza di questo disco?

"Dal mio punto di vista come strumentista, lavorare alle musiche di ’The Lamb’ è stato come confrontarmi con possibilità infinite offerte alla tecnica chitarristica, slegate dalla necessità di inseguire una precisa identità del suono. Procedevo per evocazione di immagini, è stato come scrivere la colonna sonora di un film".

C’è stato un momento della sua vita nel quale ha deciso che la musica sarebbe stata la sua professione?

"La musica mi ha conquistato sin da bambino, e ho sempre saputo che quella passione sarebbe diventata la mia professione. All’epoca della realizzazione di quel disco ero giovanissimo ed è stata la conferma che quello del musicista era il mio futuro".

La musica dei Genesis continua ad attraversare I decenni.

"La musica dei Genesis è diventata classica ed è destinata a vivere dopo di noi".

Che differenze ci sono tra le versioni originali dei brani dei Genesis e quelle che lei suona adesso?

"Le composizioni sono assolutamente fedeli a quelle originali, ma è come se si espandessero nello spazio scenico, includendo nuovi colori musicali grazie in particolare all’utilizzo degli strumenti a fiato".

Oltre alle canzoni di ’The Lamb’, cosa suonerà nel concerto bolognese?

"Presenterò anche una selezioni di brani della mia carriera solista, dai primi lavori all’ultimo album ’The Circus and The Nightwhale’".