La sfida di Ahlem Farhat: "Rompo gli schemi"

Insegnante di 42 anni nata in Tunisia, corre alla comunali per scalzare il sindaco Zanni: "Qui non mi sono mai sentita straniera"

La sfida di Ahlem Farhat: "Rompo gli schemi"

La sfida di Ahlem Farhat: "Rompo gli schemi"

La coalizione di centrosinistra di Galliera schiera Ahlem Farhat, appoggiata dal Pd, che sfiderà alle amministrative il concorrente Stefano Zanni, attuale sindaco, civico appoggiato dal centrodestra coeso. Italiana di origini tunisine, Farhat, 42 anni, è arrivata a Galliera nel 1986. Insegnante in una scuola per l’infanzia di Bologna, attenta ai temi del sociale, la sua idea per Galliera è quella di una comunità aperta verso l’esterno ma nel rispetto della tradizione culturale e rurale del territorio.

Perché ha deciso di candidarsi?

"Sono arrivata qui da ’straniera’, ma straniera non mi sono mai sentita e sento il bisogno di ridare alla comunità che mi ha accolta qualcosa in cambio. La mia è una candidatura di ’rottura’ con gli schemi del passato, una candidatura che guarda al presente di una società che è già multietnica, dove bisogna trovare la chiave giusta per vivere insieme, nel rispetto reciproco".

Quale è la prima cosa che farà se eletta?

"La prima cosa da fare è certamente lavorare sulla crescita economica e produttiva. In questi anni c’è stata una notevole decrescita: nel 2022 le imprese attive sono diminuite del 4% e i redditi medi dei cittadini sono di molto inferiori a quelli degli altri comuni dell’Unione Reno Galliera. L’attuale amministrazione non ha saputo cogliere le opportunità, ha conservato senza innovare, escludendo anziché includere, guidata da valori che sono molto diversi da quelli miei e della mia squadra".

Quali sono i punti salienti del programma?

"Oltre al rilancio economico, che riguarda anche il settore agricolo, la nostra idea è di lavorare sui servizi per la comunità, riportando l’attenzione sul sociale. Dobbiamo dare spazi e opportunità alle famiglie aprendo un centro dove i genitori possano confrontarsi tra di loro e con esperti. Allo stesso modo i giovani devono poter aver a disposizione non solo un luogo dove studiare, ma dove sviluppare idee, crescere culturalmente e fare aggregazione".

Famiglie, giovani. E poi?

"Non dimentichiamo poi che la nostra popolazione è molto anziana e per loro servono servizi di assistenza adeguati. Poi c’è il nodo della bonifica e riqualificazione della Siapa, che per noi dovrebbe avere una funzione educativa, culturale e legata al volontariato. Penseremo anche a un teatro come hanno quasi tutti i comuni del territorio e poi un polo universitario dove fare corsi per ragazzi, ma anche per anziani e bambini".

Zoe Pederzini

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