
Mario Cucinella, architetto di 64 anni, ha progettato il campus
"Il nuovo campus della Bologna Business School dialoga col paesaggio, guarda i Colli bolognesi, unendosi con villa Guastavillani, la sede cinquecentesca della scuola. Un’unione – anche visiva, attraverso una grande scalinata – tra passato e presente". Mario Cucinella, architetto di fama internazionale, ha firmato la nuova struttura immersa nel verde, seguendo i più alti standard di sostenibilità.
Il nuovo campus guarda al futuro, ma ha le sue radici in una villa cinquecentesca: come convivono?
"Una villa del ’500 ha delle ovvie ’rigidità’ architettoniche, col nuovo campus si possono creare spazi consoni a una business school. E alla crescita della domanda. Il percorso non è stato semplice, siamo in mezzo alla collina, ma aumentare la qualità dell’educazione significa anche aumentare il livello competitivo ed essere all’altezza delle altre università internazionali".
Qual è il concetto che sta dietro al progetto?
"Abbiamo lavorato, recuperando tre edifici non finiti, su spazi innovativi: la mensa che diventa scuola per studiare, un auditorium che si trasforma in luogo per le mostre, le aule didattiche con vista sui Colli bolognesi. Parliamo d’intensità d’uso: lo spazio si usa per tante cose, la sostenibilità parte da qui. I materiali sono green, c’è tanto legno, pannelli fotovoltaici, materiali rinnovabili".
Quanto l’architettura può incidere sull’educazione e la formazione?
"Cito, per ragioni di vicinanza, Loris Malaguzzi, pedagogista di Reggio Children: l’architettura è il terzo educatore dopo famiglia e insegnanti. Dalla Bologna Business School è stato fatto un atto di grande generosità. Questo campus è un bel biglietto da visita, spero che sia da apripista per progetti simili, di cui avrebbe bisogno Bologna, ma anche le altre città".
Pensa che dalla politica ci vorrebbe uno scatto in più sull’edilizia scolastica e universitaria?
"Costruire le scuole, come fatto dalla Bologna Business School, è un atto di grande generosità e anche nel nostro Paese dovremmo fare di più. Ma per la politica non mi pare sia un tema tanto sentito...".
Un problema di risorse?
"Credo che si debba solo decidere di fare più investimenti. Noi, purtroppo, rispetto ad altri Paesi europei, siamo ancora indietro. Ma con coraggio si può mettere l’architettura al servizio dell’educazione. Domani (oggi, ndr) sarò ad Aosta per la visita ufficiale del capo dello Stato, Sergio Mattarella, al nuovo polo universitario che ho progettato e che sarà inaugurato il prossimo 26 settembre. Ricordo che edifici belli e sostenibili, con alti livelli di comfort, aumentano l’apprendimento".
Dalle città (ma anche dagli industriali) arriva l’allarme per l’emergenza casa. Che cosa suggerisce?
"Si parla tanto di futuro, ma su questo tema siamo in ritardo di 20-25 anni. Si fanno tanti annunci di mirabolanti piani casa, ma gli alloggi li vedremo fra troppi anni. Servirebbe un patto vero della politica, oltre le divisioni, su questo tema".
Rosalba Carbutti