
Aumentano le richieste di interventi nelle scuole contro bullismo e discriminazione. Caso di odio online a Modena evidenzia l'urgenza di sensibilizzazione e educazione contro l'omobitransfobia.
"Abbiamo più richieste da parte delle scuole per parlare ai ragazzi, soprattutto quando ci sono fatti di cronaca o eventi legati a discriminazione e bullismo. Il Corni professionale, ad esempio, lo scorso anno scolastico è finito spesso sulle pagine dei giornali per aggressioni ed atti di bullismo e ha chiesto ad Arcigay di erogare moduli sul bullismo agli studenti. Il personale docente almeno su Modena è sensibile ma la strada è ancora tanta da fare. Quello che è accaduto a Max Sanna, ‘colpito’ dall’odio online porta a fenomeni di isolamento sociale, perdita di autostima e sviluppo di omolesbotransfobia interiorizzata, ma anche perdita di fiducia in ambito familiare e nell’istituzione scolastica. Ci sono giovani che arrivano a rifiutare se stessi". E’ questo il commento della presidente Arcigay Modena Angelica Polmonari e della vice, Elisa Fraulini dopo i numerosi commenti d’odio e discriminazione nei confronti del 35enne modenese Max Sanna e del compagno reggiano.
Il ragazzo, infatti, ha postato la propria foto insieme al compagno sulla propria pagina facebook ed è stato travolto da una pioggia d’odio. Alcuni ‘leoni da tastiera’ sono arrivati ad augurare loro la morte. "E’ un fenomeno pericoloso e in crescita – commentano Angelica ed Elisa - entriamo nelle scuole per fare sensibilizzazione ed educazione ma non è ancora sufficiente. In occasione del 17 maggio, ultima giornata internazionale contro l’omobitransfobia sono emersi dati allarmanti: la Rainbow Map, pubblicata 24 ore dopo il rapporto LGBTIQ Survey III dell’Agenzia dell’Unione europea per i diritti fondamentali, ha rilevato come oltre due terzi degli intervistati siano stati vittime di dichiarazioni di odio nonché un aumento significativo della violenza rispetto all’ultimo sondaggio del 2019.
Valentina Reggiani