
L’intimità, l’uomo, la politica, la crisi. Berlinguer come non si era mai visto
Ci sono figure che, nel corso degli anni, sono uscite dai contorni che le identificavano per diventare patrimonio condiviso della cultura popolare, icone pop immediatamente riconoscibili, spesso al di là di quello che hanno fatto. Una di queste è sicuramente Enrico Berlinguer, lo storico segretario del Partito Comunista Italiano, scomparso in seguito a un malore durante un comizio a Padova nel 1984, che è entrato nell’immaginario collettivo per il celebre scatto che lo ritrae, sorridente, in braccio a Roberto Benigni. L’uomo del compromesso storico, dei discorsi di fronte a folle oceaniche, dei successi elettorali, è adesso al centro di una esposizione, che, dopo il grande successo ottenuto a Roma, con oltre 70.000 visitatori, arriva a Bologna. I luoghi e le parole di Enrico Berlinguer inaugura oggi al Museo Civico Archeologico (via dell’Archiginnasio 2) e sarà aperta sino al 25 agosto. Ingresso gratuito da lunedì a domenica (orario 10-19, chiusa il martedì).
L’ampia ricostruzione della sua avventura umana e politica è anche, vista la dimensione multimediale dell’esposizione, una occasione per attraversare le trasformazioni sociali della nazione dal Dopoguerra in poi, ricca come è di materiali originali preziosi e di tanti documenti d’archivio, che ci fanno immergere, attraverso le cinque sezioni tematiche in cui è suddivisa, nelle vicende nazionali e internazionali cosi determinanti per l’attualità. Si inizia con gli ‘affetti’, con la dimensione personale, con gli oggetti della vita di ogni giorno, messi a disposizione dalla famiglia, per passare al suo ruolo di ‘dirigente’ dall’iscrizione alla Sezione Giovanile del Pci di Sassari nel 1943 alla sua elezione a vice segretario, e si va avanti con gli anni della ‘crisi italiana’, da quando diventa segretario nel 1972, sino alla scomparsa.
Si prosegue con la ‘dimensione globale’, e le relazioni che instaurò, ridefinendole, con l’Unione Sovietica e con la Cina, un’azione che contribuì a dare una identità all’eurocomunismo e che fece sentire la sua voce sui grandi problemi planetari, ad iniziare dall’avvento della dittatura di Pinochet in Cile e poi con ‘attualità e futuro’, dedicata all’influenza del suo pensiero sui temi della modernità e dello sviluppo tecnologico. A queste aree se ne aggiunge una, inedita, che racconta il rapporto di Berlinguer con l’Emilia-Romagna, terra con cui la relazione fu sempre molto stretta, sia negli anni della sua dirigenza della Federazione Giovanile, sia per i tanti comizi dei quali fu protagonista, in particolare a Bologna.
È immortalato in una foto in piazza Maggiore, mentre esce dal Palazzo del Comune dopo la messa in suffragio delle vittime del 2 agosto 1980 e, sempre nello stesso luogo, sulla gradinata di San Petronio, per i funerali dei morti della strage, insieme al Sindaco di allora Renato Zangheri e al presidente della Repubblica, Sandro Pertini.
In un’altra, più intima, tiene per mano il figlio Marco alla Festa dell’Unità cittadina nel 1974. Completano la mostra una serie di appuntamenti con personalità come Massimo D’Alema ( 12 giugno), Achille Occhetto (20), Claudio Petruccioli con Mauro Felicori (21) e in data da definire Laura e Maria Stella Berlinguer, l’arcivescovo Matteo Zuppi, Walter Veltroni e molti altri. Il calendario completo è sul sito: https://mostra.enricoberlinguer.org/.