Riorganizzare per massimizzare l’efficienza e, soprattutto, ridurre i tempi di attesa. Da novembre, proprio con questo scopo, entrerà in funzione la ‘Lista Unica della Chirurgia Dipartimentale’.
Un modello organizzativo che permetterà di condividere le liste di attesa per interventi di chirurgia a medio e basso rischio tra le varie sale operatorie degli ospedali Maggiore, di Bentivoglio, di San Giovanni in Persiceto e di Porretta Terme.
"Secondo i nostri calcoli saremo in grado di ridurre i tempi di attesa per la chirurgia generale del 15 per cento che, su una media di 255 giorni di attesa, fa un’importante differenza – spiega Paolo Bordon, direttore generale Azienda Usl –. Ci sarà inoltre un aumento di possibilità di accesso, per i nostri medici, a tecnologie all’avanguardia non presenti in tutti gli ospedali. L’esempio più lampante è offerto dai due robot per interventi chirurgici che si possono effettuare al Maggiore e ora a disposizione anche dei medici che appartengono a unità chirurgiche di altri ospedali".
E aggiunge: "Da oggi per lo stesso tipo di problema chirurgico, in particolare di media o bassa complessità, daremo la possibilità ai cittadini in maniera più equa di accedere a più piattaforme chirurgiche, aumentando le ore di sala operatoria disponibili" e ridurre così il numero di interventi posticipati a causa del Covid.
Il progetto si inserisce nel piano di recupero dell’attività differita a causa della pandemia da Covid-19, i cui effetti sono ancora presenti. "Questo intervento è inoltre una diretta conseguenza dallo stanziamento regionale di 30 milioni di euro per produrre, nel 2024, 1.6 milioni di prestazioni tra interventi, diagnostiche e visite specialistiche in più rispetto all’anno passato.
"A fine anno valuteremo quale sia stato il beneficio dello stanziamento – dichiara Raffaele Donini, assessore regionale alle Politiche per la salute –. Bologna e a livello regionale i risultati si iniziano a vedere, anche perché le stiamo mettendo in campo tutte per diminuire i tempi d’attesa delle prestazioni".
Alberto Biondi