Nuovo ciak, Pupi e Lodo ai tavoli di Zanarini

Folla ad assistere alle riprese per l’ultimo film dei fratelli Avati. Scene anche al cinema Bellinzona, dopo quelle in San Michele in Bosco

Nuovo ciak, Pupi e Lodo ai tavoli di Zanarini

Nuovo ciak, Pupi e Lodo ai tavoli di Zanarini

Ciak, si rigira. Ieri il set del film La quattordicesima domenica del tempo ordinario, nuova fatica produttiva dei fratelli Pupi e Antonio Avati, è tornato al Caffè Zanarini di piazza Galvani. Proprio dove, due mesi fa, si erano improvvisamente interrotte le riprese a causa del malore accusato da Pupi Avati e la rapida corsa al Policlinico Sant’Orsola dove poi il regista è rimasto nove giorni. Si torna a quei tavolini cari alla memoria di Pupi, perché, come abbiamo raccontato ieri nell’intervista ad Antonio Avati, questo film "è un ritorno al Pupi di Bologna, con tutte le sue ossessioni, i ricordi, gli avvenimenti dolci e anche nostalgici".

Il set da Zanarini, storico caffè bolognese punto di ritrovo dei bolognesissimi, oltre che ormai dei turisti, vede in scena Lodo Guenzi (immortalato proprio con Pupi Avati che spiega la scena) nei panni del protagonista Marzio, però da giovane. In età adulta, Marzio è interpretato da Gabriele Lavia, di nuovo sul set, come Edwige Fenech, dopo tanti anni. La trama ci accompagna infatti nella travagliata storia d’amore, che dura 50 anni, tra Marzio e Sandra (Fenech), che si conoscono bambini, si sposano, si separano e si incontrano di nuovo a un funerale, le cui riprese sono avvenute martedì mattina a San Michele in Bosco.

Sempre martedì, sono state effettuate le riprese da Tommesani, negozio di strumenti musicali in via Casarini la cui storia, in particolare quella del padre dell’attuale gestore, è legata alla vita musicale di Pupi Avati. Ieri, invece, oltre a Zanarini, è stata location avatiana anche il cinema Bellinzona, traversa di via Saragozza, strada cara al regista, quella del Bar Margherita, luogo della sua giovinezza che ha anche raccontato nel suo film più bolognese di tutti, I ragazzi del Bar Margherita, benché girato in interni ed esterni tra Roma e Cuneo. Allora – era il 2009 – disse che la sua Bologna non esisteva più, ma oggi sembra aver fatto di nuovo pace con la Dotta, con cui ha una relazione simile a un lungo matrimonio in cui ci si ama, si litiga, ci si prende, ci si molla. Qui, però, come nella storia del film, va a finire bene.

Benedetta Cucci

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