
Scopri la mostra 'Paolo Manaresi. La passione del colore' a Palazzo d'Accursio, Bologna, che esplora la sua arte poliedrica.
Paolo Manaresi nasce e muore come pittore, ma a Bologna è particolarmente conosciuto come incisore. Ed ecco che per meglio approfondire questo aspetto, l’Associazione Bologna per le Arti, presieduta da Gianarturo Borsari, vuole con la mostra ’Paolo Manaresi. La passione del colore’ che si inaugura oggi alle 17 a Palazzo d’Accursio in sala Ercole, evidenziare l’originale produzione dell’artista bolognese, dando particolare rilievo alla straordinaria maestria nell’uso del colore.
Da tradizione, come ha sottolineato Borsari, l’associazione, che vanta 25 mostre tra monografiche e non, ha sempre privilegiato artisti importanti, ma ha anche fatto conoscere pittori che erano caduti nel dimenticatoio. Silvia Battistini, direttrice dei Musei Civici d’Arte Antica, nell’esprimere l’approvazione del lavoro culturale svolto dall’Associazione, sottolinea come essa garantisca sempre uno studio approfondito sugli artisti trattati.
La mostra su Manaresi (1908 – 1991), curata da Isabella Stancari, mette in risalto la sua figura artistica poliedrica, in quanto non fu solo pittore, ma anche incisore e scultore e, forte degli insegnamenti accademici specie di Achille Casanova, seppe, in qualità di grande innovatore, superare la nostra tradizione pittorica senza smentirla. Infatti fin dalle prime opere, tra le 96 in esposizione, si evince come Manaresi sia riuscito a "sviluppare un’espressione artistica unica, capace di riflettere tanto le contraddizioni del suo tempo quanto i risvolti interiori di queste ultime sul suo animo".
La forza del colore già presente negli oli del ‘23, quindi di un Manaresi giovanissimo, si ritrova, ovviamente con altri soggetti, anche nella produzione degli Anni ‘90, e ancora un magnifico olio di Pompei del ‘50, si accosta ad un altro intitolato Composizione del ‘90, senza avvertire contrasti. L’energia artistica di Manaresi è presente sia nei temi a lui più cari come i luoghi suburbani, le ciminiere, gli scorci della vecchia Bologna, che nei nudi e nei ritratti.
Ma i contrasti chiaroscurali che appaiono netti e prendono le forme modulando l’uso del nero dell’inchiostro si possono solo apprezzare nelle sue incisioni, che rimangono senz’altro uno dei capisaldi della nostra storia culturale.