ALICE PAVAROTTI
Cronaca

Paolo Rossi racconta Puccini: "La storia è sempre universale"

L’attore oggi in Salaborsa ospite della rassegna ’Parliamo d’Opera’, aspettando ’La fanciulla del West’ "Sarà una vera performance insieme al pubblico, poi cercherò di inquadrare questo western-melodramma".

L’attore oggi in Salaborsa ospite della rassegna ’Parliamo d’Opera’, aspettando ’La fanciulla del West’ "Sarà una vera performance insieme al pubblico, poi cercherò di inquadrare questo western-melodramma".

L’attore oggi in Salaborsa ospite della rassegna ’Parliamo d’Opera’, aspettando ’La fanciulla del West’ "Sarà una vera performance insieme al pubblico, poi cercherò di inquadrare questo western-melodramma".

"Credo nell’universalità della storia: se ben raccontata, ha sempre riferimenti a ciò che stiamo vivendo adesso, qualsiasi sia il genere di riferimento". L’attore Paolo Rossi è il primo ospite dell’edizione 2025 di ’Parliamo d’Opera’ , la rassegna sostenuta da Rekeep in collaborazione con il Comune. L’iniziativa accompagna i titoli della stagione lirica del Teatro Comunale, offrendo uno spazio di riflessione sulla società contemporanea insieme a personalità di spicco del panorama culturale attuale.

Stasera alle 18.30 all’auditorium Biagi di Salaborsa, in dialogo con i giornalisti Pierfrancesco Pacoda (curatore della rassegna) e Luca Baccolini, l’artista racconterà il suo rapporto con la lirica e analizzerà il capolavoro ’western’ di PucciniLa Fanciulla del West’, opera inaugurale della stagione, in scena al Comunale Nouveau dal 24 al 30 gennaio.

Paolo Rossi, lei è il primo ospite della rassegna culturale quest’anno: come imposterà dialogo?

"Credo che l’incontro col pubblico possa diventare una vera e propria performance teatrale, anche il mio ultimo spettacolo rispecchia questa idea. Voglio recitare ’con’ il pubblico, piuttosto che ’al’ pubblico".

L’incontro seguirà il filone narrativo dell’opera di Puccini?

"È suddiviso in due parti: all’inizio porto un intervento, assolutamente improvvisato, sul mio percorso nella lirica e sulla mia posizione sulla regia di un’opera. Successivamente parlerò del western, e della scelta pucciniana di inserirlo all’interno di un melodramma".

Qual è il suo rapporto con l’opera lirica? È un genere che l’ha ispirata nel suo percorso artistico?

"Assolutamente sì, mi sono occupato di cinque regie liriche, per il Teatro San Carlo di Napoli e per il Teatro Sperimentale di Spoleto. Oltre a ciò, la musica ha sempre accompagnato il mio lavoro: uno dei miei primi debutti da professionista è stato l’Histoire du soldat di Stravinsky con la regia di Dario Fo, poi lavoravo spesso nei cabaret, in cui al comico veniva affiancata una band jazz. Inoltre da ragazzino suonavo in una band rock, quindi la musica, di ogni genere, è sempre stata parte della mia vita".

La fanciulla del West’ di Puccini mostra uno spaccato della febbre dell’oro: in che modo è ancora attuale?

"Credo nell’universalità della storia: che si tratti di Omero, Pirandello o Puccini, un riscontro con l’attualità c’è sempre, senza bisogno di riadattare il testo originale; questa opera lirica è stata anticipatrice di molti film di Sergio Leone, come ’C’era una volta il west’ o ’Giù la testa’, che sono di fatto dei film-melodramma".

Alice Pavarotti