
Parla Anna Maria Linsalata: "Isabella ha protetto tutti"
"Mia sorella è stata una donna di grandissimi valori, che ha molto amato e che ha cercato di proteggere la sua famiglia. È stata anche un medico e una professionista stimata e apprezzata da tutti coloro che l’hanno conosciuta". Poche parole quelle di Anna Maria Linsalata. Solo con lo scopo di ricordare quello che sua sorella Isabella è stata.
In Corte di Assise, in questi giorni, si sta celebrando il processo al marito di Isabella, Giampaolo Amato, accusato di averla uccisa la notte tra il 30 e il 31 ottobre 2021, somministrandole un mix di farmaci. E di aver ucciso, nello stesso modo, anche la suocera Giulia Tateo, 87 anni, tre settimane prima della moglie. E martedì, nell’ultima udienza, ad essere ascoltati sono stati i due figli della coppia, Anna Chiara e Nicola Amato. Entrambi convinti, in particolare la trentunenne avvocato, dell’innocenza del genitore. "Nei momenti più neri ho pensato che potesse essere stata l’amante di papà (ad uccidere sua madre, ndr), che già ci aveva fatto male verbalmente – ha spiegato Anna Chiara –. Ho pensato a ogni ipotesi, anche a mia zia, ma a mio padre no: era un’ipotesi irrazionale".
Un rapporto, quello tra nipote e zia, molto stretto prima che partisse l’inchiesta, innescata dai sospetti da sempre nutriti da Anna Maria Linsalata sul cognato. E interrottisi bruscamente dopo l’avvio delle indagini. "Oggi i nostri rapporti sono inesistenti – le parole di Anna Chiara Amato dal banco dei testimoni –. Non mi è piaciuto come si è comportata: non si è preoccupata delle conseguenze, di come stavamo io e mio fratello senza una madre e un padre". Parole il cui peso non ha lasciato indifferente Anna Maria Linsalata, che oggi però preferisce non commentare, spostando il suo pensiero su sua sorella, su quella donna "di grandissimi valori" che è stata.
Nella prossima udienza, fissata al 18 giugno, a parlare sarà l’imputato. Giampaolo Amato in aula, in questi mesi di processo, aveva già rilasciato dichiarazioni spontanee, proclamando con fermezza la sua innocenza. Difeso dagli avvocati Gianluigi Lebro e Cesarina Mitaritonna, l’ex medico della Virtus sostiene invece che la moglie, in preda alla depressione dopo aver scoperto il tradimento di lui, abbia assunto da sola i farmaci. Una posizione condivisa oggi anche dai suoi figli.