
Perrotta inaugura Pianofortissimo: "Le mie Variazioni Goldberg"
Si inaugura questa sera Pianofortissimo, la rassegna che Inedita intreccia al parallelo cartellone Talenti di Bologna Festival nell’ambito di Bologna estate 2024. Il debutto, in grande stile, sarà alla Sala Bossi del Conservatorio (ore 21) con le Variazioni Goldberg di Bach, vertice assoluto delle letteratura clavicembalistica che ha trovato una seconda vita e identità estetica fra i pianisti. Un’anteprima era stata organizzata lunedì al Collegio di Spagna, ma in vece dell’annunciato pianista italo-olandese Antonio Piricone (che ha dovuto annullare per motivi personali) i pochi fortunati hanno trovato Maria Perrotta, ben nota in città per varie presenze bachiane precedenti e protagonista anche del concerto di questa sera.
"Non sono molti ad avere le Variazioni Goldberg pronte per un’esecuzione immediata. Fortunatamente, dopo essermene allontanata io stessa per un po’ di tempo, le avevo riprese in mano di recente, per una serie di concerti che ho in questo periodo. Mi è stato dunque possibile accettare con serenità quella proposta improvvisa. Eccomi così a inaugurare Pianofortissimo per il secondo anno consecutivo, e di nuovo con Bach".
Il pianoforte che userà questa sera è uno strumento moderno; quello di lunedì poteva considerarsi antico?
"È del 1913: un oggetto splendido, un gioiello appartenuto a Cosima, la figlia di Liszt e moglie di Wagner. Gli strumenti musicali invecchiano in fretta e hanno bisogno di continua attenzione; ma, come in quel caso, sono in grado di trasmetterci un’estetica del suono che si è perduta nel corso del Novecento: un suono caldo, a cui non siamo più abituati".
Un suono da applicare però a un compositore più antico del pianoforte stesso.
"Suonando tanto Bach, mi sono liberata d’ogni remora: farlo al pianoforte è come avventurarsi in una trascrizione per altro strumento. Proprio ieri ne ascoltavo una versione per archi e anch’essa aveva il suo fascino. Sul pianoforte mi sembra di riuscire a restituire a Bach quel pathos di affettività o concitazione che era pur tipico del Barocco, ma che tante esecuzioni ‘classicheggianti’ oggi sopprimono. Accettiamo dunque ogni proposta interpretativa per quello che è, e cogliamone ciò che di bello può offrirci".
Marco Beghelli