
Al Modernissimo un ciclo per rivedere i film. A introdurre è la docente Anna Masecchia.
’Piccole Donne da Cukor a Gerwig’ è il titolo della rassegna in quattro titoli dedicata alla trasposizione cinematografica dei romanzi di formazione di Louisa May Alcott (1868) con protagoniste le sorelle March, cominciata lo scorso venerdì al Modernissimo con ’Little Women’ del 1933 di George Cukor. Domani alle 18 si vedrà la versione di Gillian Armstrong del 1994 e venerdì 24 alle 18 le Piccole Donne di Greta Gerwig del 2013. Tutti i film sono introdotti dalla docente Anna Masecchia e l’ultimo anche da Veronica Ceruti che dirige il settore Biblioteche del Comune e che ci offre un dato sulla lettura di ’Piccole Donne’ nelle biblioteche cittadine. "In città sono conservate più di 100 diverse edizioni di ’Piccole Donne’ e in misura minore del seguito, ’Piccole Donne Crescono’, una ventina delle quali pubblicate negli ultimi anni – dice Ceruti –. Nella sola Salaborsa Ragazzi sono disponibli più di quaranta edizioni del libro e in quasi tutte le biblioteche almeno una copia, delle tante possedute, risulta sempre in prestito".
Anna Masecchia, quattro film per educare alle emozioni?"Sì, per questo ci è piaciuto proporre questa revisione o rilettura di questo classico che ha avuto una bellissima e lunga vita cinematografica e televisiva e che poi forse si è un po’ letto meno. Un classico che però, riletto oggi, ha ancora più valenza perché la sua portata rivoluzionaria non è stata solo quella di raccontare delle ragazze, il romanzo di formazione di giovani donne, ma di farlo in una dimensione dove il sentimento non è quello della vicenda amorosa, ma delle emozioni che le sorelle sperimentano nella crescita, in relazione alla vita quotidiana, alla durezza di una condizione economica non facile, alla guerra civile".
Cosa trasmettono le sorelle March?"È importante in questo senso, conoscere la formazione di Louisa May Alcott che è diventata un mito. Il padre era un utopista e trascendentalista, lei si è formata anche con figure come Emerson e Thoreau e con tutta la filosofia di sviluppo del sé e di auto consapevolezza dell’essere umano a tutto tondo. La famiglia era per l’abolizione della schiavitù, per l’accesso al sapere per le donne e per il miglioramento della condizione femminile, quindi la Alcott si è nutrita di questo ambiente intellettuale e lo cala dentro il ritratto che fa di queste quattro giovani donne che vanno dai 12 ai 16 anni. Lei ha raccontato per la prima volta l’adolescenza, il momento in cui la ragazza non è ancora proiettata verso la vita adulta in cui si sposerà. Raccontare questa età con quattro figure diverse offre la possibilità di inanellare una serie di relazioni con le emozioni in senso ampio, positive e negative con cui un soggetto deve relazionarsi per crescere in maniera sana".
Gillian Armstrong e Greta Gerwig sono due artiste ispirate dalle ’Piccole Donne’. Un romanzo che aiuta la vocazione artistica?"Se andiamo all’epoca del romanzo, già il solo fatto di avere una vocazione e di autorizzarsi al desiderio di una carriera artistica è un elemento importante, che caratterizza tutte le sorelle. Questa vocazione fa parte proprio di quell’idea di formazione complessa del soggetto, ma come sviluppano questo talento le sorelle? Jo ad esempio deve mediare rispetto a tante componenti caratteriali che sarebbero applicate al maschile piuttosto che a una donna, soprattutto a quell’epoca e per certi aspetti ancora oggi: riesce ad andare avanti perché il suo talento è anche applicazione, caparbietà, crescita di una capacità di lavorare sul talento. Questa è una chiave importante del romanzo, ossia la vocazione artistica ma non la velleità. Non siamo tutti artisti. Ancora oggi, per questo, è un romanzo valido per dialogare con le generazioni più giovani".