Rete Sole in tilt, medici bloccati: "Le prescrizioni non si caricavano"

Uno dei dottori: "I problemi ci sono da mesi". Evangelisti e Brinati (FdI): "Ennesimo disservizio"

Rete Sole in tilt, medici bloccati: "Le prescrizioni non si caricavano"

Rete Sole in tilt, medici bloccati: "Le prescrizioni non si caricavano"

Un’altra mattina di passione per decine di medici di famiglia del Bolognese che, ieri, non riuscivano ad accedere al sistema informatico e, di conseguenza, i pazienti non riuscivano a vedere caricate sulla tessera sanitaria anche le terapie continuative per le malattie croniche.

"Un problema che si sta ripetendo da mesi, già a settembre abbiamo inviato segnalazioni che la cartella Sole spesso non era accessibile – racconta uno dei medici di base che ha l’ambulatorio nel quartiere Savena –. Già ieri sera (domenica) il sistema era bloccato: dovevo fare alcune ricette urgente e non si riusciva. Stessa cosa questa mattina (ieri), il sistema si è sbloccato solo dopo le 11. Nelle mie condizioni c’erano decine di colleghi. Non siamo tecnici quindi non sappiamo quale sia il problema dei questi blocchi che sono sempre più frequenti, noi sappiamo che non riusciamo a lavorare e i pazienti ad avere le loro ricette e terapie".

Marta Evangelisti, capogruppo in Regione di Fd’I e Fabio Brinati, medici, sindacalista, consigliere comunale di Fd’I, commentano duramente la situazione: "Anche oggi si registra l’ennesimo disservizio della rete Sole che rende difficile il lavoro dei medici di medicina generale e la vita dei pazienti. Questi disservizi mettono in evidenza uno soltanto degli aspetti che schiacciano le potenzialità dei medici di famiglia rallentando, e talvolta bloccando, un lavoro prevalentemente burocratico che non ce la fanno più a reggere. Allo stesso tempo il servizio all’utenza è sempre più scadente: i medici di famiglia vengono penalizzati da un aumento di lavoro, in condizioni pessime, e una diminuzione degli stipendi".

Evangelisti e Brinati fanno notare che "non è questo il modo di assicurare e migliorare il servizio da parte della medicina generale territoriale. L’assessorato ragiona solo nell’ottica di coprire ore di servizio curando esclusivamente l’aspetto quantitativo e non qualitativo. Se già adesso non riescono a dare risposta a 1.500 pazienti è inutile voler risolvere le carenze della medicina generale portando i massimali a 1.800. Aggiungiamoci la difficoltà a reperire, dopo il periodo Covid, sostituti che preferiscono, per ovvi motivi di guadagno e miglior gestione del tempo libero fare turni nei Cau nascenti – sottolineano–. Si sta mettendo a rischio il futuro del Sistema sanitario nazionale: tale stato di cose sta portando i nuovi medici laureati verso l’estero e comunque verso scelte di specializzazione diverse da quelle della medicina generale".

Monica Raschi