Sant'Orsola, studio sulla cirrosi epatica. Una nuova terapia riduce la mortalità

Pubblicato sul 'The Lancet', la ricerca si basa sulla somministrazione cronica di albumina

Maurizio Baldassarre, Paolo Caraceni, Mauro Bernardi, Giacomo Zaccherini e Manuel Tufoni

Maurizio Baldassarre, Paolo Caraceni, Mauro Bernardi, Giacomo Zaccherini e Manuel Tufoni

Bologna, 5 giugno 2018 - Una riduzione del rischio di mortalità a 18 mesi del 38%, una diminuzione delle complicanze superiore al 50% e dunque delle ospedalizzazioni, una migliore qualità di vita: sono i principali risultati ottenuti con una terapia innovativa per i malati con cirrosi epatica scompensata basata sulla somministrazione cronica di albumina, testata in uno studio indipendente, durato oltre 10 anni, su 440 pazienti e guidato da un gruppo di ricercatori del Sant’Orsola e a cui hanno partecipato altri 32 centri italiani.

I risultati sono stati pubblicati sulla rivista medica internazionale 'The Lancet'. La cirrosi rappresenta l’evoluzione di molte malattie croniche del fegato, le più frequenti causate da virus, uso inappropriato di alcol e problemi metabolici: circa 15mila individui muoiono in Italia per le complicanze. Lo studio è stato proposto e coordinato dai professori Paolo Caraceni e Mauro Bernardi, coadiuvati dagli assegnisti di ricerca Giacomo Zaccherini e Maurizio Baldassarre e dallo specializzando Manuel Tufoni, afferenti all’unità operativa Semeiotica medica diretta dal professor Franco Trevisani.

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