Bologna, 25 settembre 2024 – Una guida alle caserme dismesse, con tutto quello che c’è da sapere. D’altronde Raffaele Laudani, assessore all’Urbanistica, lo aveva detto la scorsa settimana a margine di un incontro nei pressi dello scalo Ravone: “Circa un terzo del territorio cittadino è costituito da aree dismesse di proprietà pubblica non comunale, quasi sempre di proprietà dello Stato o di società da esso controllate”.
E così, forse, ai bolognesi potrebbe servire una rinfrescata sullo stato dell’arte delle aree militari dismesse in città.
C’è la Staveco, dove dovrebbe – finalmente – sorgere la Cittadella della giustizia. Il progetto è stato presentato lo scorso anno e, al di là di cavilli burocratici, i lavori dovrebbero partire nel 2025 e terminare nel 2028.
C’è l’ex Masini, in via Orfeo, al centro dell’occupazione del collettivo Làbas, con il conseguente sgombero ad agosto 2017.
E ancora: la Stamoto, a Pasqua teatro di rave party, incuria, degrado; l’ex Sani, con il progetto presentato ormai nel lontano 2017; la Perotti, finita all’interno del bando ‘Reinventing Cities’ per far sorgere, al Savena, nuovi studentati; la Mazzini, che in passato ha portato la città a spaccarsi sul suo futuro e alla nascita di diversi comitati, molto attivi.
Insomma, sono le caserme bolognesi: i progetti e le idee passano, ma loro restano sempre lì, come fossili di dinosauro in attesa di essere rispolverati. La guida è nella puntata di oggi de ‘Il Resto di Bologna’, il podcast che potete ascoltare sul nostro sito o sulle principali piattaforme di riproduzione (Spotify, Google e Apple Podcast).