Strage, il ruolo del factotum di Gelli al vaglio della Procura

E i magistrati a Roma per vedere gli atti coperti dal segreto e quelli dei Servizi

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Il ruolo di Marco Ceruti e importanti pezzi di verità negli atti coperti dal segreto di Stato. Si muove su due binari lo stralcio investigativo aperto dalla Procura generale sui mandanti della strage alla stazione del 2 agosto 1980. Ceruti, innanzitutto. La cui sigla (M.C.), secondo gli inquirenti sarebbe quella ritrovata nel pizzino sequestrato nella villa di Licio Gelli (foto). Fiorentino doc, 80 anni il 18 agosto, grossissimo imprenditore (fu proprietario del Doney e di altri ristoranti di lusso), finì nei guai per il crack del Banco Ambrosiano e il suo nome oggi compare nella ricostruzione della Finanza, legato a operazioni bancarie manovrate da Gelli, dal suo braccio destro Umberto Ortolani e dall’ex prefetto Federico Umberto D’Amato, oggi tutti e tre morti, "mandanti, finanziatori e organizzatori" della strage, per i magistrati.

L’ottantenne, invece, oggi risulta indagato per falso in merito a compravendite di opere d’arte e flussi finanziari legati a Ortolani. Ma – e qui le ipotesi – il suo nome potrebbe comparire nello stralcio investigativo, con accuse ben più gravi. Di certo c’è che l’avvocato generale Alberto Candi e i sostituti pg Umberto Palma e Nicola Proto, lo hanno ascoltato recentemente proprio sui conti del Venerabile della P2, alla luce anche del presunto incontro a Roma del 31 luglio 1980 dove Gelli avrebbe consegnato nelle mani di Fioravanti e Mambro 1 milione di dollari in contanti, soldi poi serviti per l’orrore. E all’hotel Excelsior era registrato anche il factotum del capo della P2, Ceruti appunto. Restando a Roma, nei giorni scorsi i magistrati bolognesi hanno potuto visionare le carte ’classificate’ della Strage, coperte dal segreto di Stato, grazie alla piena disponibilità e collaborazione della presidenza del Consiglio e dei Servizi (Aise e Aisi). Atti non riproducibili e che possono essere visti con determinate cautele. Milioni di documenti con altri pezzi di verità.

n. b.