Stragi, con Mattarella arriva la Lamorgese

Anche il ministro sarà il 30 luglio in città per celebrare i quarant’anni di Ustica e del 2 agosto. Le Associazioni: "Un altro passo per la verità".

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La messa in suffragio delle vittime delle stragi del 2 agosto e di Ustica dovrebbe celebrarsi nella cattedrale di San Pietro. Normalmente questa funzione viene officiata nella chiesa di San Benedetto, la parrocchia della stazione, ma la presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in visita il 30 luglio a Bologna, e la possibile partecipazione di alcuni rappresentanti del governo – si vocifera arrivi anche il ministro degli Interni Luciana Lamorgese insieme al suo capo di gabinetto Matteo Piantedosi, ex prefetto di Bologna –, ha costretto a ipotizzare un altro luogo dove ricordare le 85 persone decedute in piazza Medaglie d’Oro e le 81 a bordo del Dc9 dell’Itavia. Potendo utilizzare il cortile interno di via Altabella, la cattedrale è apparso il luogo più idoneo vista la possibilità di far arrivare direttamente le vetture scortate e far entrare le personalità in basilica. Visto l’intrecciarsi delle norme di sicurezza con quelle legate al contrasto della diffusione del Covid, la celebrazione sarà molto probabilmente a porte chiuse, con la possibilità di seguirla comunque in diretta televisiva o in streaming.

Fiume di persone. Quarant’anni fa, i funerali delle vittime della stazione furono celebrati nella Basilica di San Petronio con 200mila persone in piazza Maggiore ad ascoltare l’omelia del cardinale Antonio Poma. Era presente il capo di Stato di allora Sandro Pertini, ma le bare che uscirono sul sagrato della chiesa furono solo sette. Molti parenti, infatti, rifiutarono le esequie ufficiali e preferirono tumulare il loro caro in forma privata, non volendo rendere pubblico il dolore per un lutto senza alcun senso. La celebrazione di giovedì 30, che sarà officiata dal cardinale Matteo Zuppi, ha anche il compito di continuare a stimolare la ricerca della verità. "Chi sa parli – chiese l’arcivescovo nel 2018 – e se non vuole esporsi trovi comunque il modo per chiarire le tante ombre che continuano a negare giustizia a queste vittime innocenti".

Speranza. La presenza di Mattarella in città viene salutata con grande affetto dai presidenti delle associazioni dei familiari del 2 agosto e di Ustica. "Non è solo il quarantennale – spiega Paolo Bolognesi in rappresentanza delle 85 vittime e degli oltre 200 feriti della stazione –, ma quest’anno è ancora più importante perché abbiamo due eventi nuovi: la sentenza di primo grado che ha condannato all’ergastolo il quinto, possibile, responsabile della strage, Gilberto Cavallini. E la chiusura delle indagini sui mandanti che porteranno a un processo entro la fine del 2020. La presenza del presidente della Repubblica, oltre che ai parenti, esprime vicinanza ai giudici che dovranno decidere su quell’orrore". Mattarella, aggiunge subito, "sa anche cosa vuol dire aver perso un familiare in maniera orribile (il fratello Piersanti, assassinato da Cosa nostra durante il mandato di presidente della Regione Sicilia il 6 gennaio 1980, ndr), ha un sensibilità maggiore. Cosa gli chiederemo? Di non lasciarci soli". Infine Bolognesi lancia un appello a tutta Bologna per le celebrazioni, ridotte dal Covid, del prossimo 2 agosto: "Venite in piazza, seppur con tutte le cautele, ma fateci sentire il vostro abbraccio come sempre".

Verità su Ustica. Sulla stessa linea anche Daria Bonfietti, presidente dell’Associazione vittime della strage di Ustica: "Già nel corso dell’anno – spiega l’ex senatrice – avevo chiesto la presenza di Mattarella qui con noi, averlo ora mi rende orgogliosa e mi lusinga". Il capo dello Stato, infatti, farà visita anche al Museo per la Memoria di Ustica di via di Saliceto dove è presente il relitto del Dc9. "Il suo abbraccio al simbolo della nostra battaglia è ancora più prezioso. Sappiamo – continua Bonfietti – che l’aereo è stato abbattuto e ora vogliamo scoprire chi partecipò a quella battaglia in cielo". Quella sera del 27 giugno 1980 "ci fu una guerra", disse il presidente della Camera, Roberto Fico, due settimane fa, "e non c’è ragion di Stato che tenga". "Bisogna chiedere – chiude la presidente dell’Associazione – l’impegno delle istituzioni e quello dei nostri Paesi alleati. Credo nello Stato di diritto e ora tutti si stanno muovendo nella giusta direzione".

Nicola Bianchi

Massimo Selleri

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