CronacaTelefonata anarchica al Carlino di Bologna: "Ci sarà un attentato per Cospito in città". Indagini a tappeto

Telefonata anarchica al Carlino di Bologna: "Ci sarà un attentato per Cospito in città". Indagini a tappeto

La chiamata anonima arrivata alla portineria del nostro giornale La Digos sta lavorando per rintracciare il luogo da cui è partita In redazione arrivate anche lettere minatorie contro la premier Meloni

Una manifestazione anarchica per Cospito; bidoni dati alle fiamme in via Massarenti e le finte locandine contro il 41bis

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Bologna, 2 febbraio 2023 - In un incontro a Bologna, Alfredo Cospito invitava gli anarchici a fare un salto di qualità nell’azione distruttiva, "non più contro le strutture ma contro gli uomini, perché il vento della paura cambi posizione".

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Lo ha ricordato ieri il sottosegretario alla Giustizia Andrea Dalmastro, mentre in città, al circolo ‘Il Tribolo’ di via Donato Creti, era in corso l’ennesima assemblea per parlare del più famoso anarchico del mondo, leader della Federazione Anarchica Informale, in sciopero della fame da oltre cento giorni contro il regime del 41 bis in cui è detenuto.

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In questo contesto di rinnovata tensione, martedì mattina, alla portineria della sede del Carlino in via Mattei, è arrivata una telefonata anonima. "A Bologna ci sarà un grave attentato per i fatti relativi a Cospito", ha detto all’addetto l’ignoto telefonista. Voce giovane e maschile, senza accenti, con una lieve cadenza bolognese.

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La chiamata, rimbalzata da un numero interno, forse quello del vecchio centralino, è stata presa alle 8,05. Neppure un minuto. Alle 8,06 l’interlocutore aveva già messo giù. È stata immediatamente avvisata la Digos, che ha ascoltato il dipendente e che adesso sta lavorando, con la Procura, per individuare, attraverso l’analisi dei tabulati telefonici, il numero da cui è partita la chiamata. Se una cabina, una casa o un cellulare. Per risalire a chi c’è dietro quel messaggio allarmante. Se un mitomane o davvero qualcuno legato all’ambiente anarchico.

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Non solo bolognese. Come visto nell’ultima manifestazione di inizio gennaio, anticipata da finte locandine appese alle edicole riportanti il logo del Carlino con insulti anche contro il ministro Matteo Piantedosi. Circa 150 le persone che hanno sfilato in centro in quell’occasione, molte arrivate da fuori, visto che le fila locali contano una quarantina di attivisti e simpatizzanti d’area. Questo perché a Bologna convergono per questi ‘appuntamenti di settore’ anche soggetti di altre città. Molti da Milano, dove si è trasferita a vivere da qualche tempo uno dei volti storici dell’ex Fuoriluogo, Stefania Carolei; altri dal Veneto e da Trento. Che si spostano, in uno scambio continuo, in occasione di assemblee, cortei, presidi. Che di solito si chiudono con vandalismi e pure attentati incendiari, come quelli ai danni dei ripetitori di Monte Donato e Montepastore, a Sasso Marconi, o alle linee dell’alta velocità a Santa Viola, messi in atto sempre nelle notti successive ad assemblee o in genere momenti ‘conviviali’ di area.

L’ultimo corteo ha prodotto scritte e danni: due filiali di banche sono state vandalizzate, con sportelli bancomat e vetrine distrutte. Per quei vandalismi, la Digos ha già individuato cinque persone: non sono tutte gravitanti su Bologna, ma provengono da fuori provincia. E anche da fuori regione. Che l’ambiente anarchico sia fluido e orizzontale lo dimostra la serie di attacchi che, non solo in Italia, ma in tutto il mondo, sta facendo da cornice alla vicenda di Cospito. Uno per tutti, l’attentato incendiario ad Atene, sotto l’appartamento dove vive la diplomatica Susanna Schlein, sorella della candidata alla segreteria del Pd Elly. Il livello si alza. E la tensione sembra riportare a vent’anni fa, alle pentole esplosive di via dei Terribilia, ai pacchi bomba a Prodi e Cofferati. In questo contesto pesante, in cui l’attenzione del procuratore Giuseppe Amato e delle forze dell’ordine è altissima, i semi della rabbia si moltiplicano.

Sempre in redazione è stata recapitata ieri anche una lettera, con toni di minaccia contro la politica della premier Giorgia Meloni e del ministro della Difesa Guido Crosetto in relazione al conflitto in Ucraina. "Le diamo quaranta giorni per rivedere questo atteggiamento servile – scrive l’anonimo mittente –. In caso di persistenza, saremo costretti a prendere dei seri provvedimenti". Una sorta di ultimatum, ma di matrice diversa da quella anarchica. Comunque sia, c’è da stare all’erta.

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