REDAZIONE BOLOGNA

Truffa all’erario, confiscato il Caf di Vado

Il titolare, condannato a due anni, ’truccava’ le domande di rimborso di cittadini soprattutto stranieri, facendosi dare una percentuale

Truffa all’erario, confiscato il Caf di Vado

Dopo il sequestro, è arrivata la confisca. La sede di un Centro di assistenza fiscale di Vado, finito al centro di un’inchiesta del 2016 condotta dalla Guardia di Finanza di Treviso, è stato confiscato nei giorni scorsi su ordine della Procura bolognese, in seguito alla condanna del titolare a due anni e sei mesi di reclusione per frode fiscale. Il titolare del Caf, P.V., un cinquantasettenne campano da tempo residente nell’Appennino bolognese, secondo gli accertamenti condotti dalle Fiamme gialle, avrebbe agevolato i propri clienti permettendo loro, tra il 2012 ed il 2016, di ottenere crediti Irpef non dovuti per oltre due milioni di euro. L’indagine aveva permesso di denunciare 66 persone e di scoprire un migliaio di dichiarazioni dei redditi infedeli. Grazie ai 730 compilati ad arte dal ragioniere, infatti, gli stranieri (albanesi, moldavi, rumeni e nordafricani) riuscivano a percepire indebiti crediti di imposta Irpef, ottenendo soldi dal fisco senza averne diritto. Si andava da poche migliaia di euro fino a oltre diecimila.

Il compilatore dei Caf faceva ottenere rimborsi miracolosi facendosi, ovviamente, pagare una percentuale: servivano dai mille ai 4-500 euro, in proporzione all’importo truffato all’erario. L’indagine ‘Easy credit’, coordinata dal pm Domenico Ambrosino, era partita da una verifica su uno straniero residente a Treviso che, stranamente, si era rivolto al professionista di Vado per fare il 730. Era solo la punta dell’iceberg. I finanzieri hanno scoperto che, attraverso il passaparola, centinaia di persone da tutta Italia, Sicilia compresa, erano andate a bussare alla porta del cinquantasettenne campano. E lui riusciva ad agevolare le pratiche dei numerosi clienti aggirando il sistema informatico di controllo automatizzato delle dichiarazioni dei redditi. Metteva a posto le carte, facendo risultare parenti a carico delle famiglie anche quando non c’erano: c’era chi aveva dieci parenti a carico, chi tre figli, tutti disabili, in affidamento preadottivo, chi ancora inesistenti familiari a carico che vivevano all’estero. La finanza si è insospettita anche perché, pur a fronte di parenti disabili, non venivano detratte le spese per le medicine. L’immobile, che è ora passato all’Agenzia del demanio di Bologna, ha un valore di circa 100 mila euro.