Uccise Irene: domiciliari Lui alla famiglia: "Scusate"

La tragedia di Castenaso: l’uomo che ha falciato la diciannovenne era ubriaco. Convalidato l’arresto. Il legale: "E’ distrutto, non l’ha vista attraversare"

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Resterà ai domiciliari Davide Melillo. Così ha deciso il gip Letizio Magliaro, convalidando l’arresto e applicando la misura come richiesto dal pm Giampiero Nascimbeni. Sul capo del 45enne una devastante accusa: aver investito e ucciso, la sera del 12 novembre a Castenaso, la 19enne Irene Boruzzi. Ma soprattutto averlo fatto con un tasso alcolemico di oltre quattro volte il limite consentito (2,18). "Il mio assistito – così l’avvocato Giovanni Voltarella ieri al termine dell’uddienza di convalida – è distrutto e mortificato per aver tolto la vita a una ragazza così giovane. Davanti al giudice ha chiesto scusa alla famiglia della 19enne e ha riconosciuto di aver sbagliato a mettersi alla guida in quelle condizioni".

Il maledetto incidente si è verificato giovedì alle 19.30 alla rotonda Zucchi di Castenaso, frazione Frullo. La studentessa del ’Giordano Bruno’ di Budrio, che abitava poco distante con la famiglia e la sorella minore, era uscita per fare jogging e proprio mentre correva è arrivata la Opel Astra con al volante Melillo, direzione Bologna-Castenaso. L’impatto, all’altezza delle strisce pedonali, è stato violentissimo e il corpo della giovane è stato trascinato per più di duecento metri. "Non l’ho vista – ha ripetuto Melillo, sotto choc –, non l’ho vista spuntare davanti alla macchina". Vani tutti i tentativi del 118 di rianimare la diciannovenne che, alle 20.10, è stata dichiarata morta. "Non vuole giustificarsi di quello che è successo – ha continuato il legale di Melillo, una vecchia denuncia alle spalle ma allo stato con un casellario pulito –, con le sue dichiarazioni ha voluto semplicemente chiedere scusa alla famiglia della giovane, consapevole di ciò che ha commesso". Pur sapendo che quelle parole avranno forse poco o nessun valore, soprattutto ora, ad una manciata di giorni dalla tragedia.

"Ci sono poche parole da dire, solo rabbia – lo sfogo di Daniele Gazzetti, parente della vittima – Una persona con un tasso alcolemico così alto non ha il diritto neanche di scendere per strada". "Le tragedie accadono, ma questa è avvenuta a causa dell’irresponsabilità", le parole del sindaco di Castenaso Carlo Gubellini. Anche la Regione è intervenuta dopo la morte di Irene chiedendo tolleranza zero sull’omicidio stradale, con sanzioni più dure, sulla guida in stato di ebbrezza. Sulla stessa linea anche Mauro Sorbi, presidente dell’Osservatorio sulla sicurezza stradale: "La legge è deficitaria, perché ammette escamotage, a chi toglie la vita a una persona o la rende invalida permanente viene contestato un reato a cui corrisponde una pena inadeguata, non prevedendo da subito il carcere e la reclusione per numerosi anni".

Nicola Bianchi

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