
Una manifestazione della Uil contro le morti sul lavoro
"Nel 2025 serve uno scatto. In città abbiamo messo in piedi tanti tavoli, ma ora sono necessari risultati tangibili". Marcello Borghetti, segretario regionale della Uil, punta a un nuovo anno all’insegna di risposte concrete.
Lepore deve fare di più?
"Il Comune, e non è scontato, è disponibile al confronto su tanti temi. Non vorrei, però, che la proliferazione dei tavoli poi non porti risultati. Per questo ci vuole uno scatto...".
Su che cosa si aspetta risultati?
"Dall’abitare fino al turismo e al contrasto del lavoro povero è necessario ottenere risultati tangibili che abbiano ricadute importanti e positive sulle persone".
Come procede il tavolo sul turismo? La Cgil ha ricordato che la media dei salari in questo settore, dove incide molto il part-time, è di 12.800 euro...
"Il livello della discussione al tavolo, al momento, è interlocutorio. Bologna è diventata una città turistica che ’muove’ il sistema produttivo. Da qui, dobbiamo trovare il modo di redistribuire il valore aggiunto prodotto. Penso, ad esempio, agli introiti della tassa soggiorno che, magari in via indiretta, potrebbe essere redistribuita a lavoratrici e lavoratori. Del turismo, ma anche di altri settori".
Che giudizio dà all’amministrazione bolognese?
"Metterei l’accento su due temi. Dopo l’alluvione si deve accelerare sulle infrastrutture: mi auguro che col nuovo commissario Curcio ci sia una spinta in avanti. L’altra questione da affrontare sono i cantieri. So che avremo importanti risposte sulla viabilità, penso al tram, ma continuo a chiedermi, visti i tanti disagi, se i cantieri non potessero essere organizzati in maniera diversa e più concentrata".
Un altro tema ’caldo’ è l’abitare. Come vede il 2025?
"Bologna è attrattiva per il lavoro, ma poi non si trovano alloggi anche a causa del boom del turismo. Bene, quindi, il confronto col Comune, così come il via alla Fondazione dell’abitare. Ma queste buone intenzioni vanno rese operative".
Bassani (Cisl) e Bulgarelli (Cgil) propongono due ricette: il primo auspica la pace sociale viste le tante criticità; per il secondo il conflitto spinge in avanti i diritti. Lei come si pone?
"Più che ragionare su pace sociale o conflitto, bisognerebbe considerare la qualità degli accordi e del confronto. Il conflitto non è un obiettivo: l’obiettivo è ottenere risultati soddisfacenti per le persone che rappresentiamo. Certo se pensiamo al governo nazionale la situazione è di conflitto, sull’onda dello sciopero generale del 29 novembre...".
Quali sono le priorità 2025?
"La casa, come detto, e i salari. Che vanno aumentati. Se pensiamo agli ultimi anni, i redditi hanno subito una decurtazione del 16-18%. Fa fatica anche chi è contrattualizzato e ha un integrativo, figuriamoci coloro che non hanno un contratto di secondo livello. Bologna non è solo Ducati o Lamborghini, ma ci sono sacche di lavoro parcellizzato e povero. Non dimentichiamo le tante crisi industriali che stanno colpendo il sistema manifatturiero. Nei primi 9 mesi del 2024, le ore di cassa integrazione nel nostro territorio sono aumentate di oltre il 52,8% rispetto al 2023".
Il bilancio sulle morti sul lavoro è molto negativo. Che fare?
"La tecnologia va avanti, ma non si può dire lo stesso per la sicurezza. Abbiamo avuto due grandi tragedie, da Suviana alla Toyota, segno di un sistema produttivo malato. Al di là belle parole, vediamo carenza di formazione, controlli e sanzioni. Serve una Procura speciale per questo tipo di incidenti e va introdotto il reato di omicidio sul lavoro. Quando si dimostrano le colpe dell’azienda, questa impresa deve chiudere".