
A sinistra Martino Quaglio Cotti, 16 anni, campioncino azzurro affetto da un disturbo di tipo intellettivo relazionale
Una passione incondizionata per il tennis. Una bella storia di sport e di inclusione che fa bene a lui e che può essere presa allo stesso tempo da esempio positivo da molti altri.
Stiamo parlando delle gesta di Martino Quaglio Cotti che, a soli 16 anni, ha già vinto il titolo di campione italiano nel singolo (e vice campione nel doppio) al torneo di tennis Fisdir (Federazione italiana sport paralimpici degli intellettivo relazionali). Dopo altri successi e belle prestazioni, il ragazzo bolognese è stato convocato ufficialmente dalla Federazione conquistando la maglia azzurra e ora parteciperà ai Mondiali di tennis che si terranno in Francia, ad Annecy, in programma dal 7 al 15 settembre.
"Siamo molto grati per questa convocazione – racconta commossa la mamma Cristiana –, inutile dire che Martino è orgoglioso e felice di rappresentare la maglia della Nazionale. Un sogno che si avvera e adesso non vede l’ora di scendere in campo per giocare in Francia ma a dirla tutta, anche noi non vediamo l’ora di accompagnarlo".
Tra l’altro Martino partecipa anche a tornei Fitp con risultati ragguardevoli (è già in proiezione 3,5) e anche in questa categoria le vittorie non mancano perché il 16enne, studente al liceo sportivo Manzoni, si allena quasi tutti i giorni dando sempre tutto.
Proprio grazie al gioco del tennis Martino ha saputo affrontare al meglio un disturbo di tipo intellettivo relazionale che lo accompagna dalla nascita e grazie allo sport sta mostrando a tutti quello che sa fare e le sue sorprendenti abilità con la racchetta.
"La storia di Martino può essere utile come esempio ad altri ragazzi – sottolinea la madre –: il messaggio è che ci sono delle difficoltà da affrontare, ma c’è la possibilità concreta di una vita normale con la prospettiva di potere emergere in qualche campo, come quello sportivo nel caso di mio figlio. Lui ha iniziato ad appassionarsi al gioco del tennis in spiaggia guardando la gente che giocava a racchettoni. All’inizio non riusciva, poi all’improvviso si è sbloccato, è diventato molto bravo e continua a migliorare". Il colpo migliore di questo giovane tennista, che frequenta il circolo Max Tennis Time alla Barca, è il dritto, però se la cava bene anche a rete.
Invece il campione preferito? Manco a dirlo, è Jannik Sinner. E, prima di lui, un certo Roger Federer, tanto per fare due nomi. "La sua caratteristica principale è la capacità di resilienza – conclude Cristiana che insieme al padre Fabrizio lo segue a ogni torneo –, non molla mai tanto da mettere in difficoltà e spesso battere dei tennisti più forti di lui sulla carta. Ha sviluppato pure la capacità di stare bene in mezzo agli altri, al gruppo con cui si allena, a condividere le emozioni e tutto questo è davvero molto bello e positivo".