
Oggi al Modernissimo il doc di Peter Marcias e un incontro dedicato alla figura del giurista e docente Umberto Romagnoli
A due anni dalla sua scomparsa avvenuta il 13 dicembre del 2022, si ricorda oggi al Modernissimo, con un documentario e un incontro, il giurista Umberto Romagnoli, che dal 1970 fu professore ordinario di Diritto del Lavoro alla nostra università, diventando poi preside della facoltà di Scienze Politiche dal 1978 al 1984. Per trent’anni ha diretto ’Lavoro e diritto’, rivista trimestrale edita da il Mulino, che fondò, insegnando "come guardare" il diritto del lavoro disvelandone i congegni formali. L’evento ha inizio alle 18 con la proiezione del film documentario ’Uomini in marcia’ di Peter Marcias, regista sardo, che introdurrà l’opera dialogando con il giuslavorista Gianni Loy e Daniela Bonato, a lungo editor nell’ambito del diritto, al Mulino. In apertura ci sarà la presentazione del numero della rivista ’Lavoro e diritto’, con la bio-bibliografia di Romagnoli. Ingresso libero.
Daniela Bonato, questo è un evento trainato dal cinema: Umberto Romagnoli avrebbe apprezzato?
"Romagnoli era un appassionato di cinema. Tra le testimonianze raccolte da Peter Marcias per il suo docufilm ’Uomini in marcia’ c’è Ken Loach, il regista che maggiormente si è occupato degli ambiti lavorativi, delle situazioni di segregazione lavorativa e che Romagnoli apprezzava molto, tanto che un suo saggio pubblicato in ’Diritti Lavori Mercati’ nel 2020, replicò il titolo di un film di Loach, e ’Sorry We Missed You’ diventava ’Sorry, sono tanti i responsabili’".
Un bel modo per rendergli omaggio allora.
"Sì, aveva una grande passione per il cinema ed è stato un giurista, ma non un giurista asettico, esegeta delle regole. È stato fortemente impegnato, protagonista della stagione riformistica degli anni Settanta. Non possiamo non ricordare e pensare che lo Statuto dei lavoratori è stato un grande laboratorio dei diritti, anche di tutti gli altri diritti che sono venuti dopo. L’equiparazione uomo-donna nel lavoro, l’istituzione degli asili nido, il diritto di famiglia, il Servizio Sanitario Nazionale. Tutte riforme che appartengono a quella stagione durata quasi un decennio, ma che ha nei Settanta una prima grande tappa".
Grazie al documentario di Marcias entriamo negli archivi della Cineteca sarda da dove escono immagini della mobilitazione sindacale che tra 1992 e 1993 coinvolse 27 Comuni del Sulcis Iglesiente. E poi si arriva a parlare dell’oggi. In questo campo del lavoro e del diritto, il cinema può essere una voce importante?
"Il cinema aiuta, con il suo linguaggio divulgativo, a comprendere meglio certe questioni. Questa iniziativa è poi sostenuta dall’università di Verona e in sala ci saranno 70 studenti che hanno allestito, come iniziativa didattica, un laboratorio sul lavoro che cerca di togliere a questo ambito un’aurea di regole, per portarlo nel proprio contesto e dar voce alle persone che lo animano. Il linguaggio di un docufilm è certamente più efficace di un saggio, nella divulgazione più ampia".