PIERFRANCESCO PACODA
Cronaca

"Vasco è un rito. E stasera suono con lui"

Andrea Campi è uno dei vincitori del contest di Zocca. E i Magenta#9 hanno infiammato San Siro con il rock made in Bolognina

"Vasco è un rito. E stasera suono con lui"

Nessuna imposizione dai piani alti delle case discografiche o dai suoi manager, Vasco Rossi è un artista che può permettersi di dare spazio ai nuovi talenti della musica italiana, invitando ad aprire i suoi concerti estivi un gruppo di artisti selezionati attraverso un concorso da lui fortemente voluto e organizzato nella sua Zocca. Oltre 50 i gruppi e solisti che hanno risposto all’appello, solo alcuni sono stati scelti dopo un lungo percorso che li ha portati, finalmente, sull’ambitissimo palco di San Siro, per le prime date del tour della rockstar.. Due di loro, molto diversi nella proposta sonora, sono accomunati dalla provenienza geografica. I Magenta#9 vengono dalla Bolognina alla quale hanno dedicato il loro album d’esordio, ‘Ceffi della Bolognina’. "Se ci avessero detto un anno fa – racconta il cantante Alessio Amorati – quello che sarebbe successo, avremmo pensato a un futuro distopico". Invece hanno infiammato lo stadio milanese con il loro rock travolgente, fatto di ballate che al lavoro di Vasco sono molto vicine, per nulla intimoriti dalla folla sterminata che li aspettava. "L’estate si annuncia per noi ricca di novità. Quella a cui teniamo di più è sicuramente l’uscita nei prossimi giorni del remix della nostra versione de Il cielo in una stanza, che è molto piaciuta a Gino Paoli, che ci ha invitato a casa sua a Roma, dove siamo arrivato portando in omaggio i nostri tortellini. E Gino ha ricambiato ed è nostro ospite, con la sua voce, del remix in chiave dance che porterà il nostro suono, in genere più rock, nelle discoteche".

Più intimista, più rarefatto l’universo sonoro dell’altro bolognese che si esibirà stasera prima del Komandante, il cantautore Andrea Campi. Mentre portava in giro i brani del suo album d’esordio ‘Un ballo di altalene’, ha saputo, dice, del concorso di Zocca: "Me lo ha segnalato una mia zia, grande appassionata di musica. Mi sono iscritto quando la data di chiusura era molto vicina e sono salito a Zocca con i miei musicisti. Solo l’atmosfera che ho trovato, con tantissimi ragazzi che arrivavano con i loro strumenti, felici di potersi mettere alla prova, sarebbe bastata come premio". Invece non è bastata, perche Campi è uno dei vincitori. "L’amore per la musica di Vasco lo devo a mia madre. Fu lei a insistere per portarmi con sé a un suo concerto allo stadio Dall’Ara, io ero giovanissimo e lo conoscevo poco, solo i brani più famosi. Fu un avvenimento capace di cambiari artisticamente la vita. Al di là delle differenze, io sono sicuramente meno rock di lui, quello che mi colpì fu la ritualità dello spettacolo, la sua trascendenza quasi religiosa. Il fatto che tutti cantassero tutte le sue canzoni sembrava avere un potere salvifico, da esperienza di crescita collettiva". Cosa deve, da un punto di vista della scrittura, alla grande rockstar? "Sono stato profondamente influenzato dalla forte capacità evocativa dei suoi testi, penso a canzoni come Toffee e Ormai è tardi, dove bastano pochissime parole a descrivere una sensazione, a far entrare l’ascoltatore nella storia. Una storia che stasera vivrò con lui a San Siro".