
Viaggio nella cantina del gruppo Montenegro dove si producono quattro milioni di bottiglie all’anno
di Sara Ausilio
SAN LAZZARO DI SAVENA (Bologna)
Costante ricerca dell’eccellenza e cura del dettaglio. Sono gli elementi che caratterizzano e confermano Vecchia Romagna, iconico brandy e marchio di punta di Gruppo Montenegro, una delle eccellenze del made in Italy. La storia di Vecchia Romagna inizia nel 1820 quando il mastro distillatore francese Jean Bouton, si trasferisce a Bologna e fonda la prima distilleria a vapore d’Italia. Dopo due secoli, è ancora oggi il brandy nato in Italia più venduto nel mondo e tra i primi dieci marchi di alcolici più venduti in Italia. "Produciamo come duecento anni fa, con la stessa cura per il tempo e il legno, ma con l’aiuto di tecnologie che garantiscono sicurezza alimentare e controllo dei processi", spiega Antonio Zattoni, master blender di Vecchia Romagna. Con un fatturato di 320 milioni di euro annui, di cui il 60% legato agli alcolici, il Gruppo Montenegro è una realtà solida e altamente diversificata: spazia dagli spirits – Ditta Pilla con il marchio Select e la recente acquisizione del Rum Pampero – al food – Bonomelli, Olio Cuore e Cannamela–. Fondato a Bologna nel 1885 dall’alchimista Stanislao Cobianchi, il gruppo oggi impiega oltre 380 dipendenti nei suoi sei stabilimenti italiani e in quelli all’estero. Nello storico stabilimento a San Lazzaro (Bologna) – che copre circa 18 ettari ed è il più grande del gruppo– Vecchia Romagna, acquisita nel 1999, prende vita. Qui si producono 4 milioni di bottiglie l’anno delle quattro linee del brandy: Classica, Etichetta Nera e le due riserve. Oltre alla produzione del brandy, avviene anche l’imbottigliamento dei liquori del Gruppo, come l’Amaro Montenegro. Il mercato italiano è quello prioritario e rappresenta il 70% delle vendite, ma negli anni è cresciuto l’export verso paesi come Romania, Germania e Svizzera, mentre in Asia e Medio Oriente emergono nuovi margini di sviluppo.
Nonostante sia percepito da alcuni come un prodotto agé, Vecchia Romagna ha saputo rinnovarsi, attirando anche un pubblico giovane grazie a progetti innovativi come il Progetto Ristoranti, che coinvolgendo trenta ristoranti in tutta Italia con esclusive cene esperienziali, punta a posizionare il brandy nei ristoranti di fascia alta. "Il progetto punta a valorizzare tutto ciò che Vecchia Romagna rappresenta: maestria, tradizione e un’attenzione costante all’attualità. Attraverso un viaggio sensoriale, si esplora l’eccellenza delle due Riserve, Tre Botti e Riserva 18, e la loro capacità di abbinarsi a creazioni di chef rinomati – spiega Daniele De Angelis, head of marketing core brands di Gruppo Montenegro –. Oggi i consumatori cercano sempre più esperienze di gusto nel fuori casa, e puntare sulla ristorazione si sta rivelando una scelta vincente". La strategia di "premiumizzazione" del brand è supportata dai dati del Rapporto Ristorazione 2024 di FIPE-Confcommercio: nel 2023 i consumi fuori casa hanno raggiunto i 92 miliardi di euro, in crescita rispetto agli 83,5 miliardi del 2022. In particolare, +12% per i ristoranti di fascia alta. Nei prossimi anni, proprio nello stabilimento di San Lazzaro sono in programma investimenti per ampliare cantine e creare nuovi spazi per i test sensoriali e chimici.