
La sentenza d’appello: la difesa aveva chiesto di rivedere le aggravanti. Il trentatreenne accoltellò la compagna davanti ai loro bimbi, a Natale 2022. .
Si accanì sulla mamma dei suoi tre bambini colpendola al collo con delle forbici, la mattina della Vigili di Natale 2022, in un appartamento di via Rialto. E lei, che oggi ha 26 anni, porta ancora i segni di quella violenza.
Ora, la Corte d’appello ha ribadito che Mehdi Fadl dovrà scontare quindici anni, confermando la condanna di primo grado al trentatreenne. Il quale a gennaio fu condannato con rito abbreviato, che prevede lo sconto di un terzo della pena; l’accusa era tentato omicidio aggravato dal legame affettivo con la vittima, dai futili motivi – per la gup tentò di uccidere la compagna "a causa della sua richiesta di non assumere alcolici e stupefacenti davanti ai figli" – e dalla crudeltà. In appello, il nuovo legale dell’imputato, Ruben Zanella, ha chiesto che cadessero le aggravanti di futili motivi e crudeltà, sostenendo che l’uomo avesse agito in preda agli effetti di alcol e cocaina e non potesse dunque rendersi conto delle proprie azioni, e una perizia psichiatrica per accertare la capacità di intendere e volere del suo assistito al momento del fatto. Ma il collegio di giudici ha respinto le istanze e appunto confermato la sentenza di primo grado.
Anche questa volta Giorgia, la vittima della furia di Fadl, era in aula: non ha mai perso un’udienza. Assistita dall’avvocato Alessandro Ariemme, quando il sostituto pg ha ripercorso le tappe della tragica vicenda che l’ha coinvolta, si è dovuta assentare qualche minuto dall’aula, provata dal racconto. La giovane mamma, che ora abita coi suoi tre bimbi di tre, otto e dieci anni, spera che questa sia "l’ultima volta in cui lo devo vedere (Mehdi, ndr). Per me è un fantasma. Speriamo che adesso questa storia sia veramente finita". In primo grado, lei aveva chiesto un paravento che le risparmiasse la vista dell’ex compagno, ma non questa volta. I due si sono anche incrociati un istante, nel corridoio fuori dall’aula: lui, scortato dalla polizia penitenziaria (è in carcere dal giorno del tentato omicidio), ha abbassato gli occhi, mentre lei ha distolto lo sguardo.
Quella drammatica mattina della Vigilia di Natale, Fadl si presentò nell’appartamento di via Rialto in cui Giorgia e i bambini si erano appena trasferiti in affitto. Si trovava in uno stato evidentemente alterato, come confermarono gli esami tossicologici. La ragazza gli chiese di smettere di assumere droga almeno in casa, mentre c’erano i piccoli, e lui in risposta afferrò un paio di forbici in bagno e iniziò a colpirsi da solo. Quando lei cercò di fermarlo, si avventò anche sulla ragazza, sotto gli occhi sconvolti dei loro tre bambini e mentre il più grande di questi, all’epoca di appena otto anni, cercava inutilmente di fermarlo prendendolo a pugni. Il bambino, incapace di salvare la mamma, corse poi in strada a chiamare aiuto: le sue grida tra le lacrime attirarono l’attenzione di un passante, che per fortuna era un sanitario professionista, il quale prestò i primi soccorsi a Giorgia agonizzante, in attesa dell’ambulanza. Fadl nel frattempo era fuggito con un’auto rubata in strada minacciandone la conducente: si schiantò però pochi metri dopo, quasi sotto la Questura, e fu arrestato.