Bignami: "Guardare oltre i nostri steccati"

Il deputato di FdI ritiene "necessario per la nostra coalizione costruire rapporti con tante realtà che hanno abbandonato il centrosinistra"

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di Luca Orsi

Il boom di Fratelli d’Italia, balzato dal 2,4% delle comunali del 2016 al 12,63% di martedì, e l’agile sorpasso su una Lega in forte calo, non cancellano il flop del centrodestra sotto le Due Torri. Galeazzo Bignami – il deputato cui Giorgia Meloni ha affidato ‘le chiavi’ della campagna elettorale di FdI in città – tende la mano agli alleati. Non nasconde "eventuali errori su cui una riflessione sarà necessaria", chiama fuori FdI da "dinamiche fra alleati" che hanno ritardato la convergenza sulla candidatura di Fabio Battistini, ma tende la mano a Lega e Forza Italia.

La sconfitta è stata pesante. Chi ha sbagliato?

"Su eventuali errori rifletteremo. Ma è già tempo di guardare al futuro. E di incontrarci tutti al più presto".

Farete pesare il successo di FdI alle urne?

"In coalizione tutti hanno la stessa dignità, a prescindere dai voti. Una buona idea è una buona idea, al di là delle percentuali".

Non crede che la sfida tra FdI e Lega per la leadership del centrodestra abbia pesato sul risultato complessivo?

"Si è voluto fare ricadere sul livello locale una situazione nazionale, forse per dare un po’ di pepe a elezioni che i sondaggi davano scontate. In realtà, a Bologna con Lega e FI ci siamo sempre sentiti e abbiamo sempre lavorato insieme".

L’appoggio a Battistini, però, è stato molto tardivo, quasi fuori tempo massimo. Non trova sia stata un grave errore?

"Avere avuto più tempo avrebbe senz’altro dato maggiori vantaggi. Per questo noi non abbiamo mai posto alcun veto, purché si decidesse".

Di chi è la responsabilità di uno stallo durato mesi?

"A un certo punto sono scattate dinamiche fra alleati (Lega e Forza Italia, ndr), su cui non entro, che hanno portato a ritardare la scelta di Battistini a fine luglio".

Che giudizio dà su Battistini?

"Campagna elettorale egregia, con dignità e decoro".

Può essere lui il leader del centrodestra in Comune?

"Non sta a me decidere. Credo però si possa partire da Battistini, mettendo a frutto le sua capacità. È persona con valori e qualità. Se saprà entrare più a fondo nelle profondità della città, perché no".

Che cosa intende?

"Nel 1999, fra il primo turno e il ballottaggio, Giorgio Guazzaloca ‘spostò’ 15-20mila voti. Ci riuscì perché era interprete di organismi intermedi della città, di associazioni rappresentative, dello spirito della bolognesità".

Battistini no?

"Diciamo che questa ‘presa’ sulla città è mancata anche da parte del centrodestra. Non abbiamo saputo intercettare mondi a cui non si può chiedere di aderire al centrodestra in maniera fideistica, ma con cui bisogna costruire un rapporto. Abbiamo 5 anni per farlo. Se non ci riusciamo, il futuro è già scritto".

Come giudica il plebiscito per Lepore?

"Attenzione, Lepore è stato il sindaco meno votato della storia di Bologna da quando c’è l’elezione diretta. Questo segna la distanza di corpi importanti del centrosinistra. Dobbiamo sapere costruire una proposta che venga percepita come credibile anche da queste fasce di cittadini che hanno deciso di non votare centrosinistra".

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