Pombeni: "I poteri della città hanno scelto Lepore"

Lo storico e professore emerito dell’Università di Bologna commenta il risultato uscito dalle urne

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di Monica Raschi

Un Pd che fa il pieno praticamente in tutti i quartieri, dai più ricchi ai più popolari.

Una scelta quasi bulgara che abbraccia tutta Bologna, come è possibile?

"Questa è una città molto conservatrice e lo si vede dai risultati che hanno raggiunto gli altri partiti della stessa coalizione del candidato sindaco Matteo Lepore: i 5Stelle sono praticamente spariti, i Verdi sono poca cosa e la Sinistra Coraggiosa che c’è ma è ben lontana dal risultato del Pd. E poi c’è una grande delusione", commenta Paolo Pombeni, storico e professore emerito dall’Alma Mater.

Qual è?

"La lista Conti, che raggiunge un risultato molto modesto e che fa a pugni con il successo personale della Conti. E’ vero che lei non ha fatto campagna elettorale e si vede".

Dalla sua analisi emerge una città immobile. Può cambiare?

"Se ci deve essere una prospettiva di cambiamento questa è tutta interna al Pd. Questo di Lepore mi ha ricorda un po’ l’esperimento che è stato fatto con la Raggi: se lui riuscirà a fare quello che dice tutto andrà avanti, altrimenti la macchina del partito si riattiverà. Non dimentichiamo che qualche bastone tra le ruote hanno cercato di metterlo".

Chi ha scelto Matteo Lepore?

"I blocchi di potere che governano la città hanno deciso di scommettere su di lui".

La prima difficoltà che è destinato a incontrare, quale potrebbe essere?

"Tenere insieme una coalizione così ampia. E’ vero che il Pd ha la stragrande maggioranza di voti, ma c’è tutta un’altra serie di piccoli partiti che non possono essere lasciati fuori perché questo potrebbe essere nocivo a un livello più alto. Tanto per capirci, Lepore non può dare fastidio a Bonaccini che deve comunque tenere insieme diverse realtà politiche, realtà che avrà poi un riflesso nazionale".

Un altro problema forse sarà l’opposizione, che sembra poco consistente. Cosa ne pensa?

"Fratelli d’Italia non ha sfondato, Forza Italia è praticamente scomparsa e la Lega non è andata certamente bene. E questo è un problema, perché ogni governo ha bisogno di un’opposizione strutturata".

Come si fa a raggiungere un consenso così ampio nonostante l’astensionismo, secondo il suo parere?

"E’ il frutto dell’intelligente strategia del vecchio Pci la cui base era il consenso. Aveva bisogno di questo perché Bologna era la vetrina da guardare per eventuali laboratori a livello nazionale. Questo Dna è rimasta: è la tradizione conservatrice della città. Poi siamo sinceri, questa come altre, non sembra essere stata una vera e propria competizione. E’ sembrata piuttosto un fuoco fatuo, gran fiammata iniziale che poi pian piano si è spento".

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