Tosiani esulta: "Da qui nasce un nuovo Ulivo"

Il segretario provinciale del Pd: "Il laboratorio giallorosso ha funzionato: è la migliore garanzia per il buon governo di domani"

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di Rosalba Carbutti

Sorrisi e aria di festa. Tra i primi ad arrivare (e dichiarare) al quartier generale di Matteo Lepore al Locomotiv è Luigi Tosiani (nella foto). Il segretario provinciale del Pd guarda al modello Bologna, che potrebbe avere un quid rilevante anche a livello nazionale. Il Pd va alla grande, si conferma il primo partito con percentuali quasi bulgare, vicine al 37 per cento. Un paio di punti in meno delle Regionali (e quasi 25mila voti assoluti in meno), ma oltre un punto in più delle Comunali 2016. Dati che, comunque, dovrebbero portare in consiglio 14 unità con la Sardina Santori al top delle preferenze.

"Il Pd torna al centro", festeggia il segretario dem Enrico Letta. "Letta ha fatto come me: ha vinto allargando la coalizione", gli ha fatto eco Romano Prodi, riferendosi anche alla valanga bolognese. In Bolognina, al Locomotiv, club di musica dal vivo e concerti rock, tra luci basse e pareti rosso fuoco, lo stato maggiore del Pd fa festa già dalle prime proiezioni sul risultato di Matteo Lepore.

"Il laboratorio giallo-rosso – presente solo qui e a Napoli – ha funzionato", gongola Tosiani, sebbene il M5s abbia deluso fermandosi poco sopra il 3 per cento. Lo sguardo è già al 2023, alle elezioni Politiche, dove da Bologna "con il nostro mattoncino abbiamo costruito la coalizione più larga d’Italia e la scelta di far nascere da qui un nuovo Ulivo". Un percorso lungo, non senza difficoltà, ma oggi "la miglior garanzia per il buon governo di domani", spiega Tosiani.

Di fianco, il deputato Pd Andrea De Maria chiacchiera con gli altri dem accorsi al quartier generale di Lepore.

"Il Pd dove è più forte non si chiude", ma lavora per mettere in campo una "coalizione larga che abbraccia i moderati, forze a sinistra del Pd e costruisce un rapporto non episodico con il Movimento 5 stelle", dice il deputato bolognese. Poco più in là anche Cristina Ceretti, la coordinatrice della Fabbrica del programma di Lepore e Federica Mazzoni che compulsa sul cellulare i dati del Navile, il suo quartiere. Tosiani è soddisfatto per il ruolo del Pd, "baricentrico rispetto alle altre forze", rivendicando "la vittoria più larga da quando c’è questa legge elettorale".

Resta la ‘macchia’ dell’affluenza, ferma al 51,6% (otto punti in meno rispetto al 2016). Tosiani la giustifica con il ponte per la festività di San Petronio, ma resta l’appello "alle forze politiche d’impegnarsi affinché i bolognesi e i cittadini tornino alle urne". Il dato politico, però, si espone il segretario dem, è aver presentato un modello di buon governo "che può portare a non rassegnarci alla vittoria del centrodestra e, quindi, di Matteo Salvini e Giorgia Meloni, alle Politiche del 2023". Taglia corto sui ribelli dem ("oggi si deve festeggiare tutti insieme"), mentre il deputato Luca Rizzo Nervo pone l’accento sull’astensione che "riguarda più gli elettori del centrodestra".

De Maria nell’analisi del voto non tralascia l’altra faccia della medaglia: la sconfitta del centrodestra "per la sua debolezza e la sua conflittualità interna".

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