Bologna, oggi il Pd inizia il trasloco da via Rivani

L’obiettivo è risparmiare sui costi di gestione: la nuova sede in viale Aldo Moro

La nomina di Francesco Critelli a segretario, un anno fa

La nomina di Francesco Critelli a segretario, un anno fa

Bologna, 19 ottobre 2018 - Senza segretario e con gli scatoloni alla porta. Ieri è stato l’ultimo giorno del Pd in via Rivani, la maxi sede a due passi dai piloni della tangenziale che ha ospitato il partitone per l’ultimo decennio. Dalla prossima settimana i dem si trasferiranno negli ex uffici di Lepida in un palazzone di viale Aldo Moro (di proprietà di privati): una scelta dettata dalle ristrettezze economiche della politica di oggi ed eredità dell’ex segretario Francesco Critelli. La firma sul contratto di affitto, infatti, è stata uno dei suoi ultimi atti, prima delle dimissioni di un mese fa che hanno lasciato il Pd senza guida. Almeno fino al prossimo 3 novembre quando è in programma l’assemblea provinciale che dovrà scegliere il nuovo leader (in campo, per ora, ci sono Luigi Tosiani e Sergio Maccagnani).

I facchini per il trasloco sono attesi oggi e domani. Da qui l’invito «a liberare gli uffici entro domani sera», cioè ieri, perché la lettera inviata dal tesoriere Gianni Grazia è datata mercoledì 17 ottobre: «Da lunedì – annuncia Grazia – la Federazione Pd sarà operativa nella nuova sede di viale Aldo Moro 64». E così gli ormai pochissimi dipendenti e gli ancor meno funzionari hanno raccolto le proprie cose in vista del trasferimento: documenti, archivi, ricordi, come nel più classico dei film. La decisione di restare in periferia e per di più in un anonimo ufficio all’undicesimo piano era diventato anche l’ennesimo motivo per una polemica interna.

«Così ci nascondiamo sempre di più, quando dovremmo stare in mezzo alla gente», aveva attaccato l’assessore Marco Lombardo, leader della minoranza alla vigilia del terremoto che ha portato all’addio di Critelli. Lui, come altri, avrebbe preferito una soluzione più visibile: «Un circolo del centro storico, magari il Passepartout di via Galliera, dove le persone passano quotidianamente». Troppo tardi, perché il contratto per il trasloco era già stato firmato. Una fretta, si mormora nei corridoi dei dem, dovuta anche ai freddissimi rapporti che hanno azzerato ogni trattativa con la Fondazione Duemila, la cassaforte dei beni ex Ds e proprietaria fino a qualche mese fa anche del palazzone di via Rivani, poi venduto e in attesa di essere demolito per far posto ad appartamenti. Si chiude così la storia di una sede che ha progressivamente perso la sua funzione, diventando sproporzionata rispetto alle esigenze del presente. Non lo si poteva immaginare nel 2008, data del trasloco da via della Beverara, considerata all’epoca piccola e scomoda. Bei tempi andati, insomma.

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