Belinelli, il primo derby contro la ‘sua’ Effe

Marco aveva lasciato la Fortitudo nel 2006 per volare nella Nba. Ma nel 2003 disputò la stracittadina con la maglia della Virtus

di Massimo Selleri

Marco Belinelli ritrova la Fortitudo. Tra le tante storie che accompagnano il derby di BasketCity questa è probabilmente quella più attuale e allo stesso tempo più difficile da raccontare. Essere tornato a giocare nel nostro campionato con la maglia della Virtus significa non aver mantenuto una promossa fatta nel 2007, quando l’esterno nato a San Giovanni in Persiceto nel salutare la Effe disse che se fosse tornato in Italia avrebbe indossato solo la canotta biancoblù.

Erano le parole di un ragazzo di 21 anni che in quel momento non poteva dire niente di diverso per ringraziare una realtà che gli consentiva di coronare il suo sogno, quello di giocare in Nba.

I ben informati dicono che il club dell’allora presidente Gilberto Sacrati avrebbe potuto anche opporsi a quella partenza e che, qualora quell’impegno non fosse stata mantenuto, vi sarebbe stato anche un pegno non piccolo da pagare.

Comunque stiano le cose tutto è andato in cavalleria perché quella società non è più, ma è chiaro che i fortitudini non l’hanno presa bene quando a fine novembre la V nera ufficializzò un accordo triennale che da circa un anno il direttore generale Paolo Ronci stava tessendo.

Così come i virtussini fecero molta fatica a digerire che nell’estate del 2003 con un club scomparso e non riaccolto in serie A, Zoran Savic fu il più lesto di tutti e lo portò in Fortitudo.

Belinelli è diventato così il riassunto della storia recente di BasketCity, debutta in serie A nel 2002 con la maglia V nera e poi vince uno scudetto e una SuperCoppa con la Effe. Ha visto entrambi i club fermarsi e poi ripartire e se questa sera ci fosse stato il pubblico, la tifoseria ospite lo avrebbe apostrofato come nel 2005 fece quella bianconera nel suo primo derby con la maglia della Fortitudo.

Nella storia di Marco anche il derby, con la maglia Virtus, del 23 marzo 2003 (giusto 18 anni fa) nel quale realizzò tre punti nella sconfitta dei bianconeri al PalaMalaguti (70-82)

Resta, però, un patrimonio di BasketCity per la sua storia che non riguarda solo Virtus e Fortitudo, ma anche la Vis Persiceto, la squadra del suo paese dove ha imparato l’abc della pallacanestro, per aver portato le Due Torri nella Nba vincendo pure un anello e per la persona che è diventata lungo il suo percorso.

A ottobre ha fatto parte dei 5 giocatori della Nba che sono stati ricevuti da Papa Francesco. E’ stato lo stesso Santo Padre a chiedere questo incontro per sapere cosa si stesse facendo e che cosa si poteva fare nell’ambito della giustizia sociale.

Lì Belinelli ha ribadito il suo impegno contro il razzismo e questo è quello che in tempo di pandemia questo derby dovrebbe insegnare in una città divisa dalla fede cestistica.

Essere fortitudini o virtussini è una scelta di vita, mentre essere discriminati perché anziani, perché diversamente abili, perché poveri o perché si ha la pelle di un altro colore è tutta un’altra storia.

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