La Virtus è pronta a riabbracciare Abass

Reduce da un infortunio che l’ha costretto a saltare tutta la stagione, Abi ha la fisicità e il dinamismo per garantire tanta difesa

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di Massimo Selleri

Da mercoledì l’urlo dell’angelo tornerà a farsi sentire alla Palestra Porelli. Nel dialetto hausa, una lingua afroasiatica parlata anche in Ghana e in Nigeria, la parola ‘Awudu’ significa ‘angelo venuto dal cielo’ e sarà un caso, ma Abass gioca anche nel ruolo di ala piccola. Fermato da un brutto infortunio quasi un anno fa, l’esterno della Virtus ha dovuto saltare tutta la stagione dovendo svolgere un lungo percorso di guarigione tra l’intervento chirurgico al ginocchio destro e le successive terapie.

Sul parquet, durante gli allenamenti della squadra, lo si era già visto lo scorso giugno, pur sapendo che il suo ritorno ufficiale sarebbe avvenuto solo nella stagione 202223. Ora quel momento è arrivato e il peggio è finalmente alle spalle. Per lui la Segafredo ha fatto un investimento importante, convinta che un giocatore della sua stazza e della sua mobilità possa essere un pilastro difensivo importante sia in Italia che in Eurolega, dove spesso sono i muscoli a fare la differenza.

Non ci sono solo i suoi 198 centimetri per un peso forma di 98 chili a renderlo un elemento prezioso, ma anche le qualità umane sono quelle di chi riesce a non farsi mettere i piedi in testa mantenendo uno spirito umile.

Un insegnamento che ha ricevuto dai genitori, sebbene la lezione non sempre sia stata facile da imparare, perché spesso costa fatica rispettare le persone, anche quelle che ti hanno fatto del male, dire sempre la verità e avere fede, nel suo caso quella islamica. Tre binari che sono stati abbracciati non solo a parole tanto che a novembre 2020, quando Belinelli arrivò alla Virtus, Abi non fece una piega e gli cedette subito la maglia numero 3, in nome di una accoglienza tipica di chi ne ha conosciuto il valore.

Tornare a vedere i suoi salti in campo sarà la conferma di una filosofia di vita tutta incentrata sul lavoro, sapendo che il campo non mente mai e che se giochi bene non è per grazia ricevuta, ma perché ti sei allenato altrettanto bene. A gennaio saranno 30 le candeline sulla sua torta e in attesa di abbracciare ufficialmente il popolo bianconero, è a sua volta tifoso della nazionale azzurra, di cui si sente avendone vestito la maglia in 57 partite, e dei compagni di club Nico Mannion e Alessandro Pajola. Mentre mercoledì pomeriggio la Segafredo darà il via alla sua stagione con il primo giorno di raduno, l’Italia sarà impegnata a Riga contro l’Ucraina in una gara valevole per la qualificazione ai mondiali.

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