"Non ci sono le condizioni per continuare"

Luca Baraldi, ad Virtus "Non rischiamo perché abbiamo un azionista che garantisce continuità aziendale, ma molti club sono in difficoltà"

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di Massimo Selleri

Incassato il pieno e determinato sostegno del Comune di Bologna, la Virtus continua a chiedere a gran voce di fermare il campionato per evitare che tutto il movimento si sgretoli.

"Ho accolto con piacere la presa di posizione dell’assessore Matteo Lepore – spiega l’ad bianconero Luca Baraldi - perché per la prima volta ho visto l’amministrazione determinata a tutelare i valori di BasketCity. E’ stato compiuto un atto importante".

Lepore parla di un rischio fallimento. Condivide?

"Da un punto di vista sia sociale che della riconosciuta importanza di Bologna da parte del sistema basket lo è sicuramente. Noi per primi, ma a più riprese la Fortitudo ha sostenuto la nostra linea, abbiamo detto che era necessario prendersi un po’ di tempo come era stato correttamente fatto nella passata stagione. Non ci sono più le condizioni per andare avanti, ma in questo non siamo ascoltati, anzi semmai sotto traccia siamo stati anche sbeffeggiati".

Il comunicato parlava anche di un pericolo economico.

"Il nostro club non è a rischio, ma solo e semplicemente perché alle spalle c’è un azionista che di tasca propria sta garantendo la continuità aziendale della Virtus. Senza Massimo Zanetti la V nera sarebbe una società in grave difficoltà, come lo sono tante altre. Certo che a continuare così c’è il rischio che queste persone, che hanno deciso di essere dei mecenati, si stufino e salutino la compagnia. Oggi di sicuro nel basket ci sono solo i costi, mentre i ricavi sono azzerati o molto incerti".

Perché state predicando nel deserto?

"Perché non si vuole vedere che lo spettacolo che stiamo offrendo non è sportivo essendo falsato. Primo perché si giocano la metà delle partite, secondo perché chi gioca spesso ha fuori almeno un giocatore positivo al Covid, terzo perché si gioca senza pubblico. Dicono che se ci si ferma falliamo, ma la Fiba dice che presso il Bat l’Italia è al secondo posto per contenziosi tra giocatori e club. Noi paghiamo tutti e non ne abbiamo, mentre per altri evidentemente non è così. Questo significa che tutta questa ricchezza non c’era, figurarsi ora che non ci sono ricavi".

Il 22 novembre giocate il derby. La serie A può permettersi di non far vedere in chiaro in tv questa gara?

"Assolutamente no. Io non mi sono permesso di commentare il fatto in sé, perché è giusto che si esprima l’opinione pubblica. In questo Bologna è snobbata dal mondo del basket pur rappresentando più di un terzo degli incassi italiani e pur rappresentando buona parte della storia della pallacanestro italiana tra noi e la Fortitudo. Giocare un derby senza pubblico non è bello per nessuno e sarà la dimostrazione che così non si va da nessuna parte".

C’è chi guarda con sospetto a questa alleanza tra Virtus e Fortitudo.

"E’ normale che due squadre di alto livello che condividono lo stesso territorio e le stesse preoccupazioni cerchino di farsi ascoltare politicamente. Abbiamo tifoserie differenti e sul campo ci diamo battaglia. Per noi la partita dell’anno non è certo quella con Milano, ma quella contro la Effe".

E’ stata rinviata anche la vostra gara con Andorra. Questo significa che anche in EuroCup ci si deve fermare?

"Certamente, a dimostrazione che Italia e Europa viaggiano sullo stesso piano. Oggi fare sport professionistico a livello nazionale e internazionale è impossibile. Si corre il rischio che le squadre diventino dei vettori di contagio, mentre bisognerebbe fermarsi per un paio di mesi. Il tutto per rispetto delle persone ammalate, per chi lavora negli ospedali e chiede soprattutto prevenzione e per chi lavora in un club".

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