
Mister Mignani con il Cesena ha chiuso con 53 punti che valgono i playoff
Si è chiusa col derby di Modena la stagione regolare del Cesena al suo ritorno tra i cadetti dopo il fallimento del 2018. La terza vittoria consecutiva (mai successo sinora) consegna alla truppa di Mignani la settima posizione in classifica e con essa il pass per i playoff, dopo aver messo in tasca con largo anticipo la salvezza, primo obiettivo stagionale. In un campionato che comunque ha visto salve tutte le quattro neopromosse dalla Lega Pro con eccellenti sorprese offerte dal Cavalluccio assieme alla Juve Stabia, sicuramente non pronosticate fra le protagoniste a settembre scorso. La forza del Cesena è stato il gruppo, compatto nonostante lunghi periodi critici e difficoltà evidenti (a dicembre e poi a marzo e ad aprile), nate in primis dall’inesperienza di gran parte dei giocatori, alcuni provenienti dal vivaio, altri stranieri alla prima esperienza in Italia con le inevitabili difficoltà per lingua ed ambientamento.
E’ stato bravo mister Michele Mignani. Gli è capitata fra le mani una rosa studiata per altri (D’Aversa, poi approdato all’Empoli), poco rettificata a gennaio col sacrificio di Kargbo anche se Saric il suo l’ha fatto, mentre Russo e La Gumina hanno potuto aiutare il giusto per alcuni infortuni che ne hanno inficiato il rendimento. Il tecnico ha saputo resistere alle folate gelide che arrivavano da larghi settori della tifoseria, facendo quadrato con la squadra e superando indenne le difficoltà. Si, perché di difficoltà ce ne sono state parecchie in un campionato che ha fagocitato club prestigiosi e costosi, incurante della validità
degli organici.
Il Cesena ha concluso con 14 vittorie, 11 pareggi e 13 sconfitte. E’ l’unica delle prime 9 ad avere la differenza reti negativa (-1). E’ stata leggiadra e sbarazzina formazione nei primi mesi, sostenuta dalla verve realizzativa di Cristian Shpendi, capocannoniere per mesi coi suoi 10 gol realizzati prima dell’infortunio che gli ha tolto la spavalderia dei momenti migliori. Nel girone di ritorno il ragazzo albanese ha segnato un solo gol pur prodigandosi con abnegazione per il bene della squadra. Qui sta il secondo miracolo di Mignani. Venticinque i punti nel girone di andata con un mese di dicembre semplicemente imbarazzante per punti e prestazioni, col record negativo di soli 5 punti conquistati in trasferta. Sono 28 i punti conquistati nel girone di ritorno nonostante l’assenza quasi totale di gol degli attaccanti (solo 3, una miseria) col diadema finale delle 3 vittorie ’brutte, sporche e cattive’. La metamorfosi si è completata. Il cigno svolazzante della prima parte di stagione, capace di prendere 5 gol dalla Sampdoria al Manuzzi ma anche di segnarne a grappoli, si trasforma nel brutto anatroccolo di Cosenza e Modena (meno col Palermo, gara ben giocata), capace di soffrire nel bunker, sorretto da un Klinsmann semplicemente perfetto, per colpire con cinismo alla prima occasione.
Daniele Zandoli